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Ritrovato un antico bagno rituale

28/07/2006  |  Gerusalemme
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Un'équipe di archeologi israeliani ha portato alla luce un antico mikveh, un bagno rituale, in prossimità delle mura occidentali di Gerusalemme.


Una scoperta di notevole importanza è stata realizzata da un’équipe di archeologi israeliani del Supremo Consiglio delle Antichità a Gerusalemme, nella città vecchia, in prossimità delle mura occidentali. Gli studiosi hanno riportato alla luce un antico bagno rituale (in ebraico, Mikveh), risalente al periodo del secondo tempio (fine I sec. a. C.) e funzionante a lungo, anche successivamente alla conquista della città santa da parte dell’esercito di Tito (70 d. C.).

Il mikveh (termine di origine ebraica che significa «raccolta», «adunanza») era una piscina di dimensioni non necessariamente ragguardevoli, destinata a contenere acqua «viva», cioè piovana o di fonte, e impiegata per rituali bagni di purificazione. Ancora oggi, se il mikveh contiene il minimo quantitativo lecito di acque «vive» (circa 750 litri), si può aggiungere a piacimento acqua del rubinetto. L’utilizzo del bagno purificatore è vario: i proseliti si bagnano durante il rituale della propria conversione e in generale prima del Sabato o delle altre festività ebraiche; le donne sposate lo usano appena dopo il ciclo, prima di riprendere i rapporti con il marito. La piscina d’acqua pura può servire per purificare anche utensili acquistati da goìm (non-ebrei) e destinati ad un uso nel tempio o domestico.

«È questa l’ennesima prova della presenza di importanti elementi religiosi ebraici nel cuore della città vecchia di Gerusalemme», fa rilevare Shmuel Rabinowitz, rabbino-capo della vicina sinagoga, per il quale la datazione dell’intero complesso dovrebbe essere anticipata sulla base di elementi stratigrafici. «E comunque – aggiunge – sono state rinvenute attorno alle mura alcune piscine purificatorie ancora più antiche».

In particolare, diversi mesi or sono, è stata identificato un invaso che corrisponderebbe alla piscina di Siloam (oggi Siloe), dove Nostro Signore guarì il cieco dalla nascita; si tratta di un enorme bagno rituale direttamente alimentato, tramite il tunnel fatto scavare da Ezechia (IX secolo a. C.), da una fonte d’acqua a nord dell’antico agglomerato urbano.

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Ernesto Borghi

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