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L’artigianato artistico di Opere della Fede

26/05/2006  |  Betlemme
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Il mestiere di falegname, nella città che diede i natali a Gesù, ha un che di evocativo. Ma è anche una risorsa economica non trascurabile. In tempi di crisi economica e di muri che sigillano, molti abitanti di Betlemme sbarcano il lunario grazie alla lavorazione del legno d'ulivo trasformato in oggettistica religiosa. Il diacono maronita Sobhy Makhoul e la sua associazione sono i motori di questa piccola industria.  


(a.g.) – Da duemila anni in Terra Santa il mestiere di falegname non è come tutti gli altri. Almeno per i cristiani.
Nella regione di Betlemme, l’artigiano del legno non ha appeso i suoi attrezzi al chiodo. Ancora oggi il suo è un lavoro apprezzato, anzi, è motivo di vanto per tutta la zona. Grazie all’insegnamento di alcuni artisti italiani, portati dai francescani nel XV secolo, il mestiere si è tramandato di padre in figlio. Così presepi, crocefissi e rosari in legno d’ulivo sono da secoli l’ambito souvenir dei pellegrini in Terra Santa.

La produzione odierna di questi manufatti è un vero punto di forza dell’industria turisitica della Palestina. I conflitti politici, però, hanno spesso minato la sopravvivenza di questa attività. Talvolta intere famiglie hanno perso il lavoro.
Gli artigiani locali e i cristiani di Betlemme possono tuttavia contare sull’aiuto di alcune associazioni.

Sobhy Makhoul è diacono e segretario del patriarcato maronita di Gerusalemme, nonché docente all’Università cattolica di Betlemme. Lui è l’anima di Opere della fede, un’associazione che s’impegna a fondo per esportare i prodotti in legno all’estero. Makhoul gira il mondo per farli conoscere. Dietro le statuine c’è una missione più grande: sollecitare i cristiani di tutti continenti a sostenere la presenza dei loro fratelli nei Luoghi Santi. Makhoul è non è granché ottimista sulla pace in Terra Santa. L’unica speranza è Cristo: «La pace ci sarà – dice – solo se gli ebrei e i musulmani riconosceranno Gesù». La convinzione di Makhoul poggia sulla novità del perdono per il cristianesimo. Per ebrei e musulmani perdonare è una prerogativa di Dio, mentre per il cristiano è un imperativo dell’uomo nell’amore al prossimo.

Ecco perché dalla vendita dei manufatti dipende non solo il futuro degli artigiani in Palestina, altrimenti costretti a emigrare. Ma anche la speranza che la loro permanenza apra nuovi spiragli di pace tra i due popoli in lotta. E batta sulla reciproca sete di vendetta come un martello. Quello dei falegnami. (A. G.)

Per saperne di più visita il sito di Opere della fede. Un catalogo fotografico delle opere è presente anche nel sito dei maroniti di Gerusalemme.

I prodotti possono essere acquistati online, oppure presso il centro di distribuzione Opere della fede a Cislago (Va), in via Palestro, 80. tel. 02.96.40.93.45 – e-mail: mrsl@libero.it

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