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I Fratelli musulmani si danno al cinema

Lucia Balestrieri
16 giugno 2011
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I Fratelli musulmani si danno al cinema
Hassan al Banna (1906-1949)

In Egitto i Fratelli musulmani si cimentano per la prima volta con una grande produzione cinematografica e televisiva dedicata alla vita e alla predicazione del loro fondatore, Hassan al Banna, promotore di un islam puro e anti-occidentale. Il film arriverà nelle sale cinematografiche egiziane ai primi del prossimo novembre.


(Milano) – Se in passato sono stati considerati talvolta diffidenti, quando non addirittura ostili ad ogni forma di arte, i Fratelli musulmani ora cambiano registro in Egitto e si cimentano per la prima volta con una grande produzione cinematografica e televisiva dedicata alla vita e alla predicazione del loro fondatore, Hassan al Banna (1906-1949), promotore di un islam puro e anti-occidentale. Il film arriverà nelle sale cinematografiche egiziane per la prossima Eid Al Adha (la fine del grande pellegrinaggio alla Mecca prevista per i primi di novembre 2011) mentre la serie televisiva andrà in onda sugli schermi egiziani durante il Ramadan del 2012.

L’attuale leader egiziano della Fratellanza, Mohsen Rady, ha illustrato il progetto in una conferenza stampa al Cairo. I Fratelli non metteranno i soldi: sarà una società del Kuwait, Al Maha, a coprire tutti i costi della produzione. Alla Fratellanza spetterà invece il compito di «coordinare» l’iniziativa e di garantire la «verità storica» dell’opera. Sarà, spiegano i loro siti, la «lettura autentica» del pensiero e dell’azione di al Banna dopo le tante versioni «diffamatorie» presentate dalla televisione del regime di Mubarak negli anni passati.

I figli del fondatore sono tra l’altro in causa contro l’ultima serie televisiva andata in onda prima delle elezioni del 2010, dal titolo Il Gruppo e sceneggiata dal noto scrittore egiziano Wahid Hamid, in cui si descriveva una Fratellanza che progressivamente passava da un islam spirituale e incorrotto a un’azione politica fatta di compromessi e anche di violenza, con l’assassinio nel 1948 del primo ministro egiziano Mahmoud el Nokrashi Pasha. Stavolta non si annidano pericoli di letture «ostili»: il figlio di al Banna, Seif al-Islam , revisionerà la sceneggiatura, mentre la figlia, Maha, seguirà di persona le riprese del film e della serie televisiva.

La nuova attività mediatica della Fratellanza è un segno dei tempi e dell’atmosfera che si respira nell’Egitto del dopo Mubarak anche se, negli ambienti più laici, desta preoccupazione la nuova ondata di film, sceneggiati, opere di ispirazione islamica che stanno saturando la programmazione cinematografica e televisiva.

Per il Ramadan 2011, in agosto e prima delle elezioni di settembre, sul piccolo schermo in Egitto sarà tutto un susseguirsi di biografie televisive su grandi personaggi musulmani. Ci sarà, tra le altre, una serie sui due nipoti di Maometto, al-Hassan e al-Hussein e un’altra sul primo califfo Omayyade, Muawiyah bin Abi Sufyan.

Molte sono produzione della società del Kuwait, impegnata anche con i Fratelli musulmani nel nuovo progetto su al Banna. Il responsabile dell’azienda, Mohamed Onezy, ha assicurato che il suo «primo obiettivo sono gli introiti e non promuovere un certo gruppo o una certa ideologia». Per quanto riguarda al Banna poi, ha osservato, il fondatore della Fratellanza è «una figura che travalica ogni confine nazionale» e che insegnerà agli arabi «che siamo tutti una sola cosa».

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