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Una moglie denuncia il marito, e spacca l’Egitto

Manuela Borraccino
19 settembre 2022
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Una giovane egiziana, madre di quattro figli, denuncia il marito per «disobbedienza» dopo che lui l’ha cacciata di casa tenendo con sé i due figli maschi e lasciandole le due femmine. Un caso inedito che fa discutere.


L’affermazione della parità di genere, si sa, passa anche per casi giudiziari che cambiano l’immaginario collettivo fino a creare una massa critica che si mobilita per sancire sul piano legislativo i mutamenti sociali. Tale potrebbe essere il caso della 34enne egiziana, madre di quattro figli, che dopo esser stata ripudiata dal marito violento ha deciso di denunciarlo per «disobbedienza». È la prima volta in Egitto che i giudici si trovano ad affrontare una causa intentata da una donna contro il consorte per abbandono del tetto coniugale e abbandono dei figli.

Il legale: parità di genere sugli avvisi per «disobbedienza»

Nella denuncia l’avvocata della donna, Eman Mohsen, ha elencato i doveri ai quali l’uomo si è sottratto: «Primo: ha espulso la moglie dalla casa coniugale; secondo: ha separato i figli, visto che ha preso i due maschi con sé e ha lasciato le due figlie con la moglie; terzo: ha assunto la custodia dei suoi bambini (che è un diritto della moglie); quarto: ha accusato la moglie di furto e l’ha diffamata». Il legale ha raccontato alla testata Al Monitor come abbia riflettuto a lungo prima di intraprendere la causa: «Ho seguito per anni molti casi di donne maltrattate e sono giunta alla conclusione che se gli uomini possono denunciare le mogli per disobbedienza, anche le donne hanno il diritto di farlo».

La necessità di una sentenza di divorzio

C’è da dire che non esistono leggi in Egitto che puniscono un marito disobbediente, anche se il Corano contiene dei riferimenti alla cattiva condotta, abbandono o inadempienza dei diritti e doveri degli sposi. Nel caso in questione, la giurista ha rimarcato che la sua assistita ha bisogno di una sentenza di divorzio perché sussista il reato di violazione degli obblighi di assistenza familiare: infatti l’avviso mandato al marito specifica che la moglie chiede il divorzio, l’affido e gli assegni di mantenimento dei figli in cambio della rinuncia a fargli causa.

«D’ora in poi – rimarca l’avvocata Mohsen – utilizzerò questo avviso in tutti i casi di maltrattamenti coniugali. Spero che un giorno ci sia una legge che tuteli le donne contro i mariti violenti, abusanti e inadempienti». In effetti le attiviste per i diritti delle donne ritengono che un tale avviso possa incidere sulla pubblica opinione e sensibilizzare sulla necessità di aggiornare il diritto di famiglia risalente al 1920 e le leggi afferenti ai reati contro la persona: è quanto da anni chiedono con numerose campagne, visto che le leggi vigenti non equiparano la donna all’uomo e in tal modo violano i diritti delle donne.

Giuristi divisi, ma resta il dibattito pubblico

Il caso ha suscitato interesse e polemiche in Egitto. Alcuni avvocati hanno criticato la mossa della collega, giudicandola «priva di efficacia perché priva di valore legale» visto che la disobbedienza coniugale non è un reato. Altri ritengono invece che possa far avanzare la società egiziana con la forza del dibattito delle idee. «Il diritto di famiglia dovrebbe essere riformato, perché una donna può anche ottenere una sentenza favorevole ma applicare quella sentenza resta il grande problema» rimarca l’avvocato per i diritti delle donne, Ahmed Mohamed Refat, amministratore del gruppo Egyptian Family Law, in Facebook. «Si fanno troppe chiacchiere e pochi fatti. La legge sulla famiglia in vigore – rimarca – è ingiusta in primo luogo verso i figli, poi per le donne e infine per gli uomini». Per questo, chiosa il giurista, qualsiasi spunto di cronaca che possa influenzare la pubblica opinione sull’importanza di riformare le leggi può avere la sua rilevanza.

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