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L’ultima dimora di Hripsimeh

Giulio Carulli
28 novembre 2016
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L’ultima dimora di Hripsimeh

A poca distanza dalla cattedrale di Echmiadzin, in Armenia, sorge il santuario dedicato alla santa romana Crispina, il cui martirio è strattamente legato alla conversione degli armeni al cristianesimo.


In Armenia, ad appena 2 chilometri dalla cattedrale di Echmiadzin, si trova la chiesa di santa Hripsimeh. A pianta centrale e con la tradizionale cupola, la chiesa venne fondata nel 618 d.C. dal patriarca Komitas. L’edificio sorge sopra la stanza sepolcrale della santa, rimasta intatta fino ai giorni nostri.

Chi fu santa Hripsimeh? La sua figura è centrale nella tradizione armena e nella storia dell’evangelizzazione del Paese ai piedi dell’Ararat. Ecco in breve la sua storia.

Hripsimeh (Crispina) apparteneva alla nobiltà imperiale romana, ma viveva vita monastica con altre compagne, sotto la guida di Gaiana, nelle vicinanze di Roma. Dovette lasciare la città per sfuggire alla collera dell’imperatore romano Diocleziano, che si innamorò disperatamente di lei pretendendola come sposa. Hripsimeh, che era di una bellezza straordinaria, rifiutò la proposta dell’imperatore e fu costretta all’esilio. Insieme a 36 compagne, fuggì dapprima in Egitto, poi in Palestina, Siria e infine in Armenia. Qui le vicende terrene di Hripsimeh, Gaiana e delle altre 35 compagne s’intrecciano con quelle di san Gregorio l’Illuminatore, apostolo dell’Armenia e con gli appetiti di un altro sovrano, il re armeno Tiridate III. La bellezza della giovane Hripsimeh non sfuggì all’attenzione di quest’ultimo. Invitatala a palazzo, fece ogni tipo di pressione perché abbandonasse la vita monastica e diventasse sua sposa. Di fronte al suo fermo rifiuto, re Tiridate fece brutalmente torturare tutte le vergini, condannandole infine a morte.

Fu san Gregorio l’Illuminatore, una volta liberato dal carcere dove era stato gettato anni prima proprio da Tiridate III, a raccogliere le reliquie delle martiri. In seguito alla conversione del re, Gregorio fece costruire tre cappelle sul luogo del martirio: le chiese di Santa Gayane, Santa Hripsimeh e Shoghakat.

Santa Hripsimeh è considerata una delle chiese più antiche esistenti in Armenia. È considerata un esempio architettonico di rara bellezza e fattura. Un caposaldo insomma dello stile classico armeno, che ha influenzato molte altre chiese armene.

L’edificio attuale è stato in gran parte ricostruito nel 1653, sulla cappella contenente le reliquie ritrovate nel VII secolo.

La Chiesa armena festeggia le martiri in due giorni successivi, il lunedì e martedì dopo la festa della Santissima Trinità. La popolarità di Hripsimeh, Gaiana e compagne martiri, è dovuta al fatto che esse, con il loro martirio, furono all’origine della conversione di tutta l’Armenia.

Il martirologio romano le celebra il 29 settembre, mentre la Chiesa bizantina le ricorda il 30 settembre.

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