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Le scuole cristiane d’Israele: «Il governo rispetti i patti»

Terrasanta.net
27 maggio 2016
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Le scuole cristiane d’Israele: «Il governo rispetti i patti»
Manifestazione di studenti e personale delle scuole cristiane in Israele nel settembre 2015. (© foto Hadas Parush/Flash90)

«Chiediamo al governo israeliano di mantenere le promesse fatte a settembre dello scorso anno e in particolare di versare quei 50 milioni di shekel (11 milioni di euro – ndr) che si era impegnato a erogare entro marzo di quest’anno. Senza quei fondi rischiamo il collasso». È questo, in sintesi, l’appello che l’Ufficio di coordinamento delle scuole cristiane di Israele ha lanciato al governo dello Stato ebraico con un comunicato diffuso il 23 maggio scorso.

All’inizio dell’anno scolastico 2015-2016 le 47 scuole cristiane di Israele avevano attuato una serrata protrattasi per 27 giorni, lasciando a casa 33 mila studenti. La forma di protesta senza precedenti giungeva dopo mesi di negoziati con il ministero dell’Istruzione al quale gli istituti di proprietà delle Chiese di Terra Santa chiedevano di non essere discriminati, rispetto alle scuole private giudaiche, nell’allocazione delle sovvenzioni pubbliche e nelle linee di politica scolastica. In particolare, i dirigenti cristiani rigettavano la richiesta ministeriale di far confluire i loro istituti nel sistema dell’istruzione pubblica. La vertenza s’era chiusa con la creazione di una commissione bilaterale per lo studio dei problemi sul tappeto e con l’impegno governativo a versare il contributo di 50 milioni di shekel per l’anno scolastico già avviato.

La questione del ritardo da parte del governo è stata sollevata il 9 maggio scorso anche dal patriarca latino di Gerusalemme, mons. Fouad Twal, durante l’incontro tra i capi delle Chiese di Terra Santa e il presidente di Israele Reuven Rivlin, che si è recato nella sede del patriarcato armeno per porgere i suoi auguri pasquali (Rivlin nei mesi scorsi si era adoperato in prima persona sollecitando il governo a dialogare).

Il francescano fra Abdel Massih Fahim, segretario generale dell’Ufficio delle scuole cristiane in Israele, ha dichiarato a Terrasanta.net: «La politica del ministero dell’Istruzione è deplorevole. (…) Ha riconosciuto che le sovvenzioni promesse sono un nostro diritto. Intanto però continua a ritardare il trasferimento dei fondi. (…) Credo che il governo intenda mantenere le sue promesse, ma chiediamo che lo faccia al più presto».

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