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Turchia, sei frati sulle frontiere del dialogo

Giuseppe Caffulli
12 aprile 2016
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Turchia, sei frati sulle frontiere del dialogo
Presso la curia generalizia dei Frati minori a Roma, foto di gruppo dei sei religiosi presenti in Turchia. (foto Ofm.org)

Si rinnova con la presenza a Smirne, oltre che a Istanbul, la presenza dei Frati minori in Turchia. A comporre la fraternità, impegnata nel dialogo tra fedi, sono sei religiosi di varie nazioni.


Promuovere il dialogo ecumenico e interreligioso, l’incontro con i popoli e le culture nello stile di san Francesco d’Assisi (che è poi quello della «testimonianza della vita» nella condivisione quotidiana). Con questo spirito i Frati minori hanno dato il via a una fraternità francescana a Smirne (Izmir), seconda città più popolosa della Turchia centro-occidentale.

«Più che una nuova fraternità, si tratta di una fraternità rinnovata», tiene a precisare fra Ruben Tierrablanca Gonzalez (terzo da sinistra nella foto), messicano, assistente per il dialogo e vicario generale del vicariato apostolico di Istanbul, già superiore della Fraternità internazionale e animatore del Corso di formazione permanente sul dialogo ecumenico e interreligioso (giunto ormai alla dodicesima edizione) che si terrà quest’anno nella città sul Bosforo dal 13 al 28 ottobre 2016.

«La presenza francescana in Turchia è del XIII secolo – spiega fra Ruben -. Risale al 1235, al tempo dell’Impero Latino di Oriente a Costantinopoli. E non è mai stata sospesa. Invece a Smirne i Frati minori si sono stabiliti nella seconda metà del XIV secolo nei pressi del porto di Alsancak. La prima chiesa di Santa Maria è stata distrutta da un terremoto nel 1688. In seguito vennero costruiti nel medesimo luogo una nuova chiesa e un grande convento, realizzato con l’aiuto degli olandesi e inaugurato il 25 dicembre 1692. L’attuale chiesa ha subito un incendio nel 1889. Grazie all’aiuto dell’imperatore Francesco Giuseppe d’Austria è stata restaurata nel 1891. Oggi siamo in sei frati: a Istanbul stanno fra Eleuthère Makuta Baharanyi e fra Pierre Matabaro Chubaka (dalla Repubblica Democratica del Congo) con fra Antonius Duma (dall’Indonesia); a Smirne siamo fra Pascal Robert Kenneth (dal Pakistan), fra Apollinaire Bahinde Bwalike (dalla Repubblica Democratica del Congo) ed io».

Insomma, la presenza francescana a Smirne è tutt’altro che recente…
Nell’ultimo secolo la chiesa di Santa Maria a Smirne è stata affidata prima alla provincia religiosa delle Marche e dal 1935 alla provincia di San Francesco Stimmatizzato della Toscana. Nel 2015 è passata alle dirette dipendenze della curia generalizia di Roma. La novità quindi non sta nella presenza francescana, ma nel rinnovamento della fraternità. In più, oltre alla cura pastorale della parrocchia, il ministro generale fra Michael A. Perry ci ha chiesto di occuparci del dialogo ecumenico e interreligioso, affidando alla nostra comunità di Smirne due chiese dedicate a Santa Maria e al Santo Nome di Maria. Siamo una sola fraternità in due case, Istanbul e Smirne: tre frati in ogni casa con un solo padre superiore (che è fra Eleuthère). Questa novità richiede sforzo e buona volontà.

Smirne ha dal dicembre scorso un nuovo arcivescovo, il domenicano Lorenzo Piretto.
L’arcivescovo ha accolto la nostra presenza con gioia. Ci stiamo dando da fare per entrare nel tessuto ecclesiale della diocesi e per incontrare i fratelli delle altre confessioni. Abbiamo già cominciato a conoscere la Chiesa greco ortodossa, quella anglicana, quella luterana e in questo mese di aprile 2016 avremo un incontro fraterno con alcuni pastori di comunità pentecostali. Un po’ alla volta si allargano le conoscenze.

Nel contesto della Turchia di oggi non è comunque facile testimoniare il Vangelo senza suscitare qualche resistenza…
Il nostro sogno a Smirne è di creare un rapporto con persone di buona volontà che desiderino condividere e approfondire i valori culturali che stanno alla base di una convivenza pacifica. Papa Francesco ha chiesto di rinnovare la Chiesa «in uscita» e la nostra proposta di dialogo vuole concretizzare nella vita quotidiana questo «segno dei tempi». In un ambiente multireligioso e multiculturale abbiamo la possibilità, o meglio la grazia, di offrire un servizio ad ogni persona, al di là del credo che professa e della cultura di appartenenza. Siamo convinti che lo Spirito del Signore si manifesti in ogni essere umano e vogliamo trovarlo in un dialogo con tutti.

Altre notizie e ragguagli sulla vita e le iniziative dei Frati minori in Turchia sono disponibili sul loro sito web.

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