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Una palestinese tra i finalisti del Premio internazionale al miglior insegnante

Terrasanta.net
17 febbraio 2016
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Una palestinese tra i finalisti del Premio internazionale al miglior insegnante
Una foto di Hanan Al-Hroub dal sito del Global Teacher Prize 2016.

Hanan Al-Hroub, un'insegnante palestinese nata e cresciuta nel campo profughi di Dheisheh, alle porte di Betlemme, è tra i dieci finalisti che, a marzo, potrebbero vincere l'edizione 2016 del Premio internazionale per il migliore insegnante. La Fondazione Varkey, che promuove il Premio, ha riconosciuto il valore del suo impegno nel promuovere la non violenza attraverso la scuola.


(n.h.) – Al termine della sua breve testimonianza la voce metallica e artificiale di Stephen Hawking la mattina del 17 febbraio ha annunciato, per conto della Fondazione Varkey, i nomi dei dieci finalisti per il premio al miglior insegnante del mondo. In testa all’elenco letto dal celebre fisico e matematico c’è il nome della palestinese Hanaan Al-Hroub.

Nelle stesse ore, il ministro palestinese dell’Istruzione, Sabri Sadim, comunicava la bella notizia all’interessata. La signora Al-Hroub è all’origine di un progetto pedagogico intitolato No alla violenza nell’educazione, «nel quale fa uso di tecniche ludiche per l’insegnamento».

Originaria del campo profughi di Dheisheh, alle porte di Betlemme, Hanan Al-Hroub ha frequentato le superiori presso la Girls College School di Betlemme. La prima intifada (la rivolta dei palestinesi che ebbe luogo tra il 1987 e il 1993) le impedì di seguire un percorso classico, spingendola, anni più tardi, a ottenere un diploma nel settore dell’istruzione all’Università aperta Al Quds.

«L’uomo che ha dato vita all’idea del Premio al miglior insegnante del mondo», spiega la Al-Hroub, «è un imprenditore indiano (trapiantato nel Regno Unito – ndr) particolarmente attento al tema dell’educazione. Questa sua iniziativa, che è alla seconda edizione, contribuirà ad accrescere il rispetto e il riconoscimento per il lavoro degli insegnanti di ogni parte del mondo».

La Fondazione Varkey è un’organizzazione senza scopo di lucro che si propone di far conoscere casi esemplari attinti tra coloro che si dedicano professionalmente all’istruzione. Emergono storie che hanno inciso profondamente fino a cambiare la vita di numerosi bambini e giovani. Il raccontarle contribuisce a far rivalutare una professione spesso non abbastanza apprezzata.

Uno studio pubblicato dalla Fondazione Varkey sulla condizione dei professori nel mondo mette in luce molte sfumature. In Cina, Corea del Sud, Turchia ed Egitto, ad esempio, i genitori sono più propensi a consigliare ai propri figli di intraprendere questa professione. Non è così in nazioni come Israele, il Brasile o il Giappone.

Il ministero dell’Istruzione palestinese, quest’anno ha stimolato la presentazione di candidature di docenti alla Fondazione Varkey, in base alle specificità e ai criteri stabiliti dal bando di concorso del Premio. La candidatura della Al-Hroub è stata introdotta lo scorso settembre dal governatorato di Ramallah e Al Bireh. In tutto sono stati presentati undici insegnanti palestinesi: dieci donne e un uomo.

Oltre 8 mila docenti da 148 paesi hanno preso parte al concorso, che prevede un premio al vincitore pari a un milione di dollari (che sarà versato in dieci rate annuali – ndr). La Palestina ha piazzato tre dei suoi candidati nella lista dei migliori cinquanta (provenienti da 29 nazioni diverse), andando ad occupare tre dei quattro posti della sezione «Mondo arabo».

«I nostri bambini sono soggetti alla violenza in modo diretto o indiretto a causa dell’occupazione israeliana (dei Territori palestinesi). Le scene di violenza a cui assistono li impressionano ed influenzano negativamente. Alberga in loro un sentimento di insicurezza – spiega la signora Al-Hroub –. Meriterebbero invece di vivere la propria infanzia come tutti gli altri bambini del mondo». «Miscelando opportunamente apprendimento e gioco – soggiunge l’insegnante palestinese –, l’egocentrismo scompare e lascia spazio al dialogo. Si impara così ad incoraggiare una certa democrazia nella classe, si crea spirito di squadra e accettazione dell’altro. Così le personalità dei miei allievi cambiano e migliora il loro livello accademico. Con il mio lavoro spero di poter contribuire a formare nuovi membri della classe dirigente che prenderà in mano il futuro della Palestina».

Per Hanan Al-Hroub c’è una duplice battaglia da combattere: per gli studenti e per gli insegnanti. «La ricompensa – dice – non è soltanto ricevere un milione di dollari. Il solo fatto di essere inclusi tra i 50 o addirittura i 10 migliori docenti è qualcosa di straordinario. Ottenere il riconoscimento accrescerebbe la reputazione e il rispetto degli insegnanti palestinesi».

Il vincitore del Premio verrà annunciato nel corso del Forum mondiale dell’istruzione e delle competenze convocato il 12 e 13 marzo prossimo a Dubai.

Clicca qui per un video (in arabo, sottotitolato in inglese) in cui Hanaan Al-Hroub presenta il suo lavoro.

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Francesco D'Assisi

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