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I palestinesi sempre meno convinti della soluzione a due Stati

di Giuseppe Caffulli
23 settembre 2015
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La questione torna periodicamente. E aiuta a capire meglio quanto ormai sia complicata la questione israelo-palestinese e quanto siano distanti dal sentire della gente le soluzioni proposte dalla diplomazia internazionale. Secondo una recente rilevazione demoscopica il 51 per cento dei palestinesi non crede più alla soluzione dei due Stati.


La questione torna periodicamente. E aiuta a capire meglio quanto ormai sia complicata la questione israelo-palestinese e quanto siano distanti dal sentire della gente le soluzioni proposte dalla diplomazia internazionale, e che a dire il vero suonano spesso come vuote liturgie.

Secondo una recente rilevazione demoscopica del Centro palestinese per la politica e i sondaggi (Palestinian Centre for Policy and Survey Research, Psr), organismo indipendente che si occupa di analisi socio-politiche con sede a Ramallah, il 51 per cento dei palestinesi non crede più alla soluzione dei due Stati. L’indagine è stata condotta su un campione di 1.270 persone in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza dal 17 al 19 settembre.

Solo pochi mesi fa la percentuale di coloro che non credono più alla prospettiva dei due Stati si era fermata al 48 per cento. Anche il gradimento del presidente Abbas è crollato in tre mesi dal 44 per cento al 38.

Per i due terzi degli intervistati, la prospettiva dei due Stati (uno Stato palestinese accanto a quello ebraico) non è più realizzabile, soprattutto per ragioni pratiche: l’espansione degli insediamenti in Cisgiordania e la rete di by-pass road – riservata al traffico israeliano – hanno di fatto rotto (definitivamente?) ogni possibilità di continuità territoriale del futuro Stato palestinese.

C’è poi una consistente flessione anche nella fiducia nei negoziati: alla domanda sul modo più efficace per stabilire una entità statale per i palestinesi, il 42 per cento vede come strumento necessario l’azione armata. Solo il 29 per cento è favorevole ai negoziati. Tre mesi fa, i favorevoli alla soluzione armata erano 36 per cento.

Il sondaggio del Psr sembra mandare in soffitta quello che è stato l’obiettivo principale dei negoziati e le istanze portate avanti dalla diplomazia internazionale negli ultimi vent’anni almeno.

Ma soprattutto fotografa la pericolosa polarizzazione che è in atto nella società palestinese (come del resto in quella israeliana). L’inestricabile matassa che lega Israele e Territori Occupati, la politica dell’occupazione e la disaffezione verso una classe dirigente ritenuta inadeguata, crea un mix decisamente nefasto.

L’indagine è coincisa con gli scontri sulla Spianata del Tempio tra coloni, polizia e fazioni palestinesi nei giorni del capodanno ebraico. Una circostanza che certamente ha esacerbato gli animi e che può aver accentuato alcune tendenze radicali. Sia come sia, secondo l’indagine il 78 per cento dei palestinesi pensano le probabilità di ottenere un proprio Stato nei prossimi cinque anni sia pressoché inesistente.

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