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Martinez: «Il viaggio in Terra Santa cambia un cristiano»

Carlo Giorgi
5 agosto 2015
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«Se una madre soffre, i figli vanno al suo capezzale piuttosto che abbandonarla. Quindi è un controsenso abbandonare la Chiesa di Gerusalemme, che ci è madre, proprio nel momento in cui ha più spiritualmente bisogno di noi…». Così Salvatore Martinez, presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo, spiega l’importanza del pellegrinaggio in Terra Santa.


«Se una madre soffre, i figli vanno al suo capezzale piuttosto che abbandonarla. Quindi è un controsenso abbandonare la Chiesa di Gerusalemme, che ci è madre, proprio nel momento in cui ha più spiritualmente bisogno di noi…». Salvatore Martinez, presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo, movimento ecclesiale a cui aderiscono centinaia di migliaia di fedeli in tutt’Italia, spiega con questo semplice paragone la necessità e l’importanza del pellegrinaggio in Terra Santa.

Ormai da molti anni, ogni estate, il Rinnovamento nello Spirito Santo organizza un pellegrinaggio nazionale in Terra Santa. Esercizi spirituali itineranti per conoscere i luoghi della rivelazione e interiorizzarne il messaggio attraverso un’animazione spirituale, sacramentale e carismatica insieme. Nell’estate del 2014, durante i bombardamenti su Gaza, il pellegrinaggio del Rinnovamento portò in Terra Santa circa 150 fedeli. «Facemmo uno dei migliori pellegrinaggi della nostra storia – racconta Martinez –. Di fatto eravamo praticamente solo noi! E i cristiani locali ci riservarono un’accoglienza ancora più calorosa, perché non li avevamo abbandonati e si sentivamo amati e accompagnati da noi. Quest’anno la situazione è di maggiore calma e siamo tornati con un pellegrinaggio di cento persone, dal 30 luglio al 6 agosto».

Recarsi in Terra Santa, secondo Martinez, per un cristiano non è un viaggio come un altro, che con leggerezza si può scegliere di fare o di cancellare. Spiega: «Dice la Scrittura che tutti lì siamo nati. Quando diciamo Terra Santa non diciamo soltanto terra di Dio, ma soprattutto terra nostra e del nostro destino; madre di tutte le terre, che dà senso a ogni terra che calpestiamo. La nostra fede è cattolica e ci dona la grazia, ovunque noi siamo, di sentire la forza della comunione in Gesù. Ma è una fede che va sperimentata, incarnata, vissuta. E nessuna terra, più della Terra Santa, profuma di vita eterna. Pertanto, toccare e baciare quella terra significa non solo riscoprire la potenza e la bellezza della nostra fede, ma anche il valore del nostro essere cattolici. Un viaggio in Terra Santa cambia la vita e la riempie di significati unici. Chi vi arriva vedrà la propria fede ripartire, perché lì tutto è iniziato. È il miglior luogo spirituale che esista per ottenere la grazia di una conversione».

Continua Martinez: «Quando ci si reca in Terra Santa, non si va ad incontrare delle pietre, ma piuttosto – come ci ricorda san Pietro nella sua prima Lettera – delle “pietre vive”, cioè i nostri fratelli e le nostre sorelle delle comunità di quella grande diocesi, il patriarcato latino di Gerusalemme, che si estende nei territori di Israele, Palestina, Giordania e Cipro. Troppo spesso si va in Terra Santa per visitare “luoghi sacri” e non “comunità vive e operanti”».

Un aspetto fondamentale del pellegrinaggio del Rinnovamento nello Spirito Santo è che «ad ogni sosta biblica, in ogni luogo, incontriamo un vescovo ausiliare, un parroco, fratelli e sorelle nella fede con i quali condividiamo il nostro cammino. D’altra parte – conclude Martinez – anche noi attendiamo di ricevere da loro la gioia di credere, la loro testimonianza; loro, che più di noi hanno ricevuto il privilegio di essere stati scelti da Dio come i primi testimoni e che ancora oggi sono conservati in una condizione di martirio morale, spirituale e talvolta fisico. Incontrarli ci consente di godere di quel “sangue fresco e profumato”, come dicono i Padri della Chiesa, che viene offerto dai martiri di ogni tempo e che rinnova la storia, continuando a generare cristiani in ogni angolo della terra. È l’esperienza dell’“ecumenismo del sangue” che Papa Francesco ci chiede di coltivare e di praticare e a cui il Rinnovamento nello Spirito, anche nella recente convocazione con Papa Francesco in piazza San Pietro, il 3 luglio scorso, ha voluto tributare onore».

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