I cattolici di rito caldeo hanno dal 31 gennaio un nuovo patriarca. Il sinodo della loro Chiesa, convocato dal Papa a Roma il 28 gennaio, dopo una serie di votazioni, ha eletto l’arcivescovo di Kirkuk, mons. Louis Sako, come successore del card. Emmanuel III Delly, le cui dimissioni erano state rese pubbliche dalla Santa Sede il 19 dicembre scorso.
(Milano/g.s.) – I cattolici di rito caldeo hanno dal 31 gennaio un nuovo patriarca. Il sinodo della loro Chiesa, convocato dal Papa a Roma il 28 gennaio, dopo una serie di votazioni, ieri ha eletto l’arcivescovo di Kirkuk, mons. Louis Sako, come successore del card. Emmanuel III Delly, le cui dimissioni erano state rese pubbliche dalla Santa Sede il 19 dicembre scorso.
Da patriarca, Sako ha scelto di aggiungere al proprio anche il nome di Raphael e sarà quindi chiamato Louis Raphael I. Nel dare la notizia dell’avvenuta elezione la sala stampa vaticana ha comunicato oggi stesso che Papa Benedetto XVI ha subito concesso l’Ecclesiastica Communio prevista dal Codice di diritto canonico delle Chiese orientali.
Sako è nato a Zākhō (Iraq) il 4 luglio 1948. Ha studiato a Mossul e lì è stato ordinato prete nel 1974, dopo avervi frequentato il seminario dei domenicani.
Nel 1979 è stato inviato all’estero per gli studi. Ha conseguito due dottorati: il primo a Roma in Patrologia orientale (presso il Pontificio Istituto Orientale), il secondo in Storia, alla Sorbona di Parigi.
Rientrato in patria nel 1986, è stato parroco per 11 anni a Mossul. Tra il 1997 e il 2002 è stato rettore del seminario patriarcale di Baghdad, responsabilità che ha lasciato per tornare a fare il parroco nella sua diocesi d’origine. Del 2003 – anno che coincide con l’invasione militare dell’Iraq, il rovesciamento del regime di Saddam Hussein e l’inizio di un inarrestabile esodo della popolazione cristiana – è la sua nomina ad arcivescovo di Kirkuk.
In quest’ultimo decennio, all’interno dell’episcopato caldeo, mons. Sako è stata forse la personalità più in vista sui media internazionali.
Intervistato da Radio Vaticana subito dopo l’elezione, il nuovo patriarca ha dichiarato: «Sono molto commosso e timoroso di fronte a questa responsabilità così pesante, perché la situazione della Chiesa caldea è difficile e difficile è la situazione politica in Iraq. Ma con l’aiuto del Signore e la preghiera e l’appoggio dei vescovi, faremo il possibile per mantenere la nostra presenza cristiana e ricostruire la Chiesa caldea e l’Iraq, per collaborare con tutte le persone di buona volontà per operare la riconciliazione, rafforzare la convivenza armonica tra gli iracheni. Io sarò lì non solo per i cristiani, ma anche per i nostri fratelli musulmani. Farò tutto per l’Iraq».
All’emittente radiofonica della Santa Sede il prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, card. Leonardo Sandri, ha spiegato che per lui è stata un’opportunità speciale l’essere chiamato a presiedere il Sinodo caldeo svoltosi nei giorni scorsi a Roma.
«Per me – ha detto il cardinale – è stata un’esperienza veramente molto profonda di spiritualità, di condivisione fraterna con i vescovi, di ascolto, di dialogo con loro. Ho visto come loro poco a poco, e certamente è l’azione dello Spirito Santo, sono arrivati a questa elezione. Per me è un motivo di grande gioia: mi pare che sia una scelta che possa dare speranza alla Chiesa caldea in Iraq e anche a tutti quelli che vivono nella diaspora». Di Sako il cardinale ha detto: «È una persona preparata, che ha vissuto vicino al sangue dei martiri, di tutti coloro che hanno sofferto la violenza: anche non cristiani, anche musulmani. È quindi una persona che porta con sé una grande ricchezza che servirà molto alla Chiesa».