Storie, attualità e archeologia dal Medio Oriente e dal mondo della Bibbia

Una fede senza sconti

Daniele Civettini
10 agosto 2011
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Joseph Fadelle è un uomo fuggito in Francia perché colpito da una fatwa pronunciata dalla sua stessa famiglia, influente clan sciita iraniano, dopo che lui ha deciso di farsi cristiano. L'autore, in questo libro, racconta la sua vita di convertito e fuggiasco. Senza tacere le difficoltà causategli dalla stessa Chiesa, così guardinga e «ghettizzata» nei Paesi a maggioranza islamica da giungere, per paura di ritorsioni, a negargli i sacramenti per tredici lunghi anni.


«”Per questa tua assurda malattia chiamata Cristo non c’è rimedio! Non potrai mai guarire”… Lo zio Karim estrae un revolver e lo punta contro di me. Trattengo il respiro. Dietro di lui i miei fratelli mi sfidano con lo sguardo. Siamo completamente soli in una vallata sperduta e desertica». È quanto può succedere ad un «giovane ricco» che decide di rinunciare alle sue sicurezze per passare attraverso la cruna dell’ago del martirio ed è così che comincia Il prezzo da pagare di Joseph Fadelle, storia autentica e drammatica di una conversione in terra d’islam.

Joseph Fadelle non esiste. Càpita, quando si perde tutto, di perdere anche il nome: Joseph Fadelle è lo pseudonimo di un uomo fuggito in Francia perché colpito da una fatwa pronunciata dalla sua stessa famiglia, che solo per diverse fortunate – talvolta prodigiose – circostanze non si è pienamente concretizzata nel sangue. D’altronde, c’è un prezzo da pagare per passare dall’islam al cristianesimo, specie per un rampollo di un’importante famiglia sciita irachena dal lignaggio antico che affonda le sue radici fino al Profeta.

La storia è questa: durante gli ultimi scorci della guerra tra Iran e Iraq, Joseph stringe amicizia con un commilitone cristiano e ricava da questo incontro le ragioni intellettuali e spirituali per muovere i primi passi verso il credo più aborrito nel suo Paese. Deciso a ricevere il battesimo e la prima comunione, con difficoltà paragonabili a quelle eternate dalle antiche passiones dei martiri nel tempo delle persecuzioni romane, il protagonista mette progressivamente a repentaglio il benessere economico e un’agiata posizione sociale, sacrifica l’appartenenza a una patria, recide i rapporti con il clan d’origine che diventa il suo nemico peggiore, trascina in una vita da fuggiasco per più di dieci anni moglie e figli, subisce in sovrappiù il carcere duro, la fame, le percosse, le pallottole.

E non basta. Joseph Fadelle racconta anche di uno scotto versato, stilla dopo stilla, alla stessa madre Chiesa, così guardinga e «ghettizzata» nei Paesi a maggioranza islamica da giungere, per paura di ritorsioni, a negargli i sacramenti per tredici lunghi anni; cosicché, in questa sorta di catecumenato lunghissimo e coatto protrattosi dal 1987 al 2000 (data in cui, in Giordania, prende corpo la prima scena del libro), solo una Grazia visibile e sovrabbondante e l’intervento decisivo di alcune isolate figure di fedeli cristiani (laici e religiosi) trattengono dalla disperazione Joseph, l’apostata per Cristo, schiudendogli infine le porte dell’Occidente.

Non è difficile lasciarsi colpire dalla vicenda umana e spirituale racchiusa in queste pagine: è infatti arduo immaginare, per chi è stato iniziato al cristianesimo in Occidente, che cosa possa comportare il cammino di chi vuole gustare il Pane della Vita in quei luoghi dove, al giorno d’oggi, è ancora vietato farlo. Tanto più perché Joseph Fadelle non censura nulla di sé: non la paura, sua compagna per tutta la (nuova) vita, anche successivamente allo sbarco in Europa, non la resistenza al dolore, che nel protagonista è assolutamente ordinaria e nulla ha a che fare con l’impassibile fermezza dei grandi santi del passato. Nemmeno l’incapacità di perdonare i persecutori, tra i quali si trovano i familiari più intimi, viene celata in questo volume, così terribile perché in esso ognuno può riconoscere, pienamente incarnato, quel passo della Lettera ai Romani: «Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?».

Il Cantico delle creature
Francesco D'Assisi

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