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Israele, l’esperienza di Aleh

Terrasanta.net
22 marzo 2011
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Si appresta a festeggiare i trent’anni di vita, Aleh, un'associazione nata dalla società civile israeliana per l’aiuto e il sostegno dei disabili. Fondata da un gruppo di genitori nel 1982, Aleh rappresenta un caso del tutto speciale in Israele, ma ancora di più rispetto al contesto arabo circostante.


(Milano/c.g.) – Si appresta a festeggiare i trent’anni di vita, Aleh, Aiuto all’infanzia differente, associazione nata dalla società civile israeliana per l’aiuto e il sostegno dei disabili. Oggi Aleh, fondata dall’iniziativa di un gruppo di genitori nel 1982, è un caso del tutto speciale in Israele con i circa 700 bambini e adulti accolti nei suoi quattro centri, e l’assistenza domiciliare erogata ad altri 8 mila ragazzi e ragazze disabili in tutto il territorio israeliano.

Nel contesto mediorientale la disabilità è un problema tanto grande quanto nascosto. In molti Paesi arabi è difficile conoscere il numero preciso dei minori disabili anche perché capita che vivano chiusi in casa, vittime innanzitutto dello stigma di vergogna che, in quelle culture, la disabilità porta con sé. Ciò fa sì che siano rare le strutture di accoglienza e aiuto per i disabili. Spesso è la Chiesa – come accade in Giordania, Cirsgiordania e a Gaza – ad impegnarsi nell’aiuto e nella cura dei minori con disabilità.

Diversa la situazione in Israele, dove la società civile nel corso degli anni ha fatto germogliare realtà come quella di Aleh. Secondo i dati statistici più aggiornati, nell’anno scolastico 2008/2009 erano 127.979 i bambini e ragazzi disabili con «speciali esigenze», iscritti alle scuole, dalla materna alle secondarie. I bambini disabili che frequentavano le scuole israeliane erano il 6,7 per cento del totale degli iscritti (1.891.126). In particolare nelle materne la percentuale era del 3,8 per cento, nelle primarie dell’8,7 per cento e nelle secondarie e del 5,6 per cento nelle secondarie.

Proprio la necessità di garantire anche ai disabili una formazione scolastica, è uno dei principi che ha guidato i trent’anni di attività di Aleh; ovvero l’idea che anche i bambini colpiti da disabilità abbiano il diritto inalienabile a sviluppare le proprie potenzialità, ad essere rispettati e ad avere una qualità di vita uguale al resto della società. Per questo, all’interno della sua attività Aleh concede un grande spazio alla formazione e alla scuola, che viene frequentata da tutti, almeno per alcune ore al giorno, cercando di far sì che ciascuno usufruisca al meglio del tempo impiegato e delle attività svolte, fossero anche un gioco o il semplice ascolto di un brano musicale.

Lo staff di Aleh è composto da 400 persone alle quali si affiancano 250 volontari. Uno dei principi che ne anima l’attività è che la prima terapia necessaria ai ragazzi ospitati è il dono d’amore che ciascun volontario potrà dare ai ragazzi. I progetti, spesso costosi, di aiuto e sostegno dei piccoli ospiti sono finanziati anche attraverso adozioni a distanza da parte di donatori che decidono di coprire, in toto o in parte, le spese di uno dei ragazzi.

Per il 2012, anno del trentennale, Aleh ha in progetto di aprire un nuovo centro per l’educazione e la riabilitazione dei disabili, a Tel-Aviv.

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Francesco D'Assisi

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