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L’amaro sapore dei datteri

05/01/2010  |  Milano
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L’amaro sapore dei datteri
Un lavoratore palestinese arrampicato su una palma da dattero.

Gli insediamenti israeliani in Cisgiordania non sono solo case e scuole, ma anche imprese e fattorie. Nella valle del Giordano queste ultime gestiscono soprattutto piantagioni di palme da dattero che ricorrono a una manovalanza palestinese sottopagata (l'equivalente di 10 euro per otto ore di lavoro) e priva di tutele. Sindacati palestinesi e organizzazioni umanitarie israeliane fanno fronte comune per ottenere il rispetto delle norme per la sicurezza sul lavoro, ma si scontrano con la cattiva volontà degli imprenditori e l'assenza di controlli pubblici da parte di Israele.


(g.s.) – Gli insediamenti israeliani in Cisgiordania non sono solo case e scuole, ma anche imprese e fattorie. Nella valle del Giordano queste ultime (se ne contano una trentina solo nell’area di Gerico) gestiscono soprattutto piantagioni di palme da dattero che ricorrono a una manovalanza palestinese sottopagata (l’equivalente di 10 euro per otto ore di lavoro) e priva di tutele. Sindacati palestinesi e organizzazioni umanitarie israeliane fanno fronte comune per ottenere il rispetto delle norme per la sicurezza sul lavoro, ma si scontrano con la cattiva volontà degli imprenditori e l’assenza di controlli pubblici da parte di Israele.

Lo denuncia Kav LaOved, organizzazione non governativa israeliana che difende i lavoratori meno tutelati. Dopo 14 anni di battaglie legali, nell’ottobre 2007 l’Alta Corte di giustizia di Israele – dice Kav LaOved – ha stabilito che la legislazione israeliana dev’essere applicata anche dalle imprese israeliane che operano nei Territori. Ma gli imprenditori se ne infischiano e le autorità preposte non mandano ispettori a controllare. Così i lavoratori palestinesi sono esposti ai rischi per la salute derivanti dal contatto coi pesticidi e dagli incidenti in cui incorrono quando sono costretti a stare per ore tra le fronde delle palme più alte. Chi cade non riceve che i primi soccorsi, poi viene licenziato e abbandonato a se stesso. Le spese mediche restano a suo carico.

Gli addetti alla coltivazione del dattero secondo la legge israeliana dovrebbero lavorare le chiome delle palme stando al sicuro su apposite piattaforme aeree, ma molte di queste macchine non subiscono una puntuale manutenzione o non sono in grado di raggiungere le palme più alte e i responsabili scelgono di risparmiare a spese dei lavoratori.

Si calcola che nei periodi del raccolto raggiungano il numero di 30 mila, i lavoratori palestinesi impiegati nel settore agricolo nella valle del Giordano. Molto spesso la paga che percepiscono è inferiore a un terzo del salario minimo legale stabilito dalla normativa israeliana.

(Per visionare un breve documentario sul tema, realizzato da Kav LaOved in ebraico e con sottotitoli inglesi clicca qui)

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