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Il cardinal Walter Kasper chiude l’Anno Paolino in Terra Santa

29/06/2009  |  Gerusalemme
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Il cardinal Walter Kasper chiude l’Anno Paolino in Terra Santa

Quest'oggi, 29 giugno, giorno in cui la liturgia ricorda i santi Pietro e Paolo, si chiude l'Anno Paolino. Contemporaneamente, nei diversi luoghi che sono stati teatro della vicenda dell'Apostolo delle Genti, si svolgono le cerimonie di conclusione dell'anno che la Chiesa ha dedicato a san Paolo. Papa Benedetto XVI ha nominato sette cardinali come inviati speciali per presiedere alle celebrazioni. E così, a Gerusalemme è arrivato il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell'unità del cristiani. Che questa mattina non ha mancato di fare i suoi auguri a otto Frati minori ordinati sacerdoti dal patriarca latino mons. Fouad Twal nel convento di San Salvatore.


Quest’oggi, 29 giugno, giorno in cui la liturgia ricorda i santi Pietro e Paolo, si chiude l’Anno Paolino. Contemporaneamente, nei diversi luoghi che sono stati teatro della vicenda dell’Apostolo delle Genti, si svolgono le cerimonie di conclusione dell’anno che la Chiesa ha dedicato a san Paolo. Papa Benedetto XVI ha nominato sette cardinali come inviati speciali per presiedere alle celebrazioni. E così, a Gerusalemme è arrivato il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità del cristiani. In Turchia è presente il card. Jean-Louis Tauran; a Malta, il card. Ennio Antonelli; a Cipro il card. Renato Raffaele Martino; in Grecia il card. Josef Tomko, in Siria il card. Antonio María Rouco Varela e in Libano il card. André Ving-Trois.

Il porporato tedesco è arrivato in anticipo sul programma, che lo vede impegnato, nel pomeriggio di oggi, nella celebrazione dei vespri solenni nella basilica di Santo Stefano, luogo che ricorda il primo martirio, approvato da Saulo.

Kasper ha voluto portare i suoi personali saluti agli otto sacerdoti novelli francescani che sono stati ordinati questa mattina nella chiesa di San Salvatore dalle mani del Patriarca latino di Gerusalemme mons. Fouad Twal. E così, tra lo stupore generale, si è presentato al rinfresco organizzato dopo la cerimonia nei locali della curia. «Oggi si chiude l’anno Paolino, ma allo stesso tempo da pochi giorni si è aperto l’anno sacerdotale», ha affermato il cardinale, che ha proseguito: «Le ordinazioni sacerdotali proprio nel giorno dei santi Pietro e Paolo sono un’occasione propizia per i nuovi sacerdoti in Terra Santa. Durante l’Anno Paolino abbiamo raccolto frutti molto positivi nell’approfondire gli scritti dell’apostolo. Speriamo che la stessa cosa accada anche per questo nuovo anno che si apre, interamente dedicato ai sacerdoti».

Ha espresso anche preoccupazione, a nome della Chiesa universale, per i giovani e i cristiani che in numero sempre maggiore abbandonano la Terra Santa. «Quella di Terra Santa è una piccola chiesa, di Calvario. Speriamo che arrivi presto la pace, che si aprano i muri, che ci sia libertà. Vogliamo che i cristiani rimangano nella Terra di Gesù. Se veniamo qui non vogliamo vedere solo delle pietre morte, ma pietre vive, comunità cristiane che continuano a vivere».

Le celebrazioni proseguiranno domani, a Cesarea Marittima, luogo in cui Paolo sostò due anni prima della sua partenza per Roma. Qui, in mattinata, verrà celebrata la messa solenne. In serata ad Akko, nella chiesa latina, in quella melkita e in quella maronita, la celebrazione della Liturgia della Parola e la benedizione solenne impartita dal cardinale.

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Francesco D'Assisi

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