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Il turista arabo scopre la Turchia

06/10/2008  |  Milano
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Il turista arabo scopre la Turchia

L'11 settembre 2001 è una data che ha cambiato molte cose anche tra gli arabi. Sul versante turistico, ad esempio, molti di loro avvertono intorno a sé una certa avversione e ormai ai Paesi occidentali preferiscono destinazioni più amichevoli. La Turchia è fra queste. Il Paese cerniera tra Europa e Asia offre sole, spiagge, cultura e luoghi dove fare acquisti. Ma diventa anche sempre più popolare grazie ad alcune soap opera di successo, seguitissime sui teleschermi di molte case in Medio Oriente.


(g.s.) – L’11 settembre 2001 è una data che ha cambiato molte cose anche tra gli arabi. Sul versante turistico, ad esempio, molti arabi avvertono intorno a sé una certa avversione nei Paesi occidentali e preferiscono quindi dirigersi altrove, verso destinazioni più amichevoli. La Turchia è fra queste. Il Paese cerniera tra Europa e Asia offre sole, spiagge e luoghi dove fare acquisti, ma diventa anche sempre più popolare grazie ad alcune soap opera di successo, seguitissime in molte case del Medio Oriente.

La facilità nell’ottenere visti turistici e l’intensificarsi dei rapporti economici e politici di Ankara con gli altri governi dell’area facilitano i flussi. Tra gennaio e luglio 2008 i turisti arabi censiti in Turchia sono stati 630 mila. Cifra che dovrebbe portare, entro fine anno, al superamento della quota 918 mila registrata lo scorso anno. Sia nel 2005 sia nel 2006 ci si fermò a 750 mila circa. Le mete preferite sono Istanbul, Bursa e Konya.

Gli operatori turistici turchi chiedono però maggiori investimenti e attività promozionali presso il pubblico arabo. Ahmet Barut, presidente della federazione alberghiera, osserva che il Medio Oriente è «una regione molto popolosa e caratterizzata da un turismo abbiente», nei confronti del quale non si fa ancora abbastanza. «Finché i voli saranno insufficienti non riusciremo ad attrarre veramente i turisti arabi. Servono investimenti nel settore dei trasporti», dice. Tutti i collegamenti aerei con i Paesi arabi passano da Istanbul. Se anche altri aeroporti turchi avessero collegamenti diretti, gli arrivi aumenterebbero drasticamente, afferma sicuro Barut.

Anche secondo Kerem Kofteoglu, presidente dell’Associazione dei giornalisti turistici, non c’è dubbio che il mercato arabo sia stato fino ad ora trascurato. Se ci si fosse mossi, con le misure opportune, subito dopo l’11 settembre – spiega – oggi avremmo 2 milioni di arrivi. Secondo Kofteoglu tra i turisti arabi cresce la richiesta di sistemazione in hotel a cinque stelle e Istanbul diventa anche meta per convegni e riunioni di lavoro tra uomini d’affari e manager d’alto livello.

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