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Engelbert e i suoi fratelli

Giampiero Sandionigi
16 giugno 2006
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Engelbert e i suoi fratelli

Un libro dedicato alla vita e al martirio del francescano tirolese Engelbert Kolland, ucciso in Siria nel 1860 insieme con altri confratelli. L'autore, il frate svizzero Gottfried Egger, ci conduce alla scoperta di una biografia ancora poco conosciuta al grande pubblico italiano.


Questo libro è dedicato alla vita, e al martirio, del francescano tirolese Engelbert Kolland (1827-1860), ucciso in Siria dopo cinque anni di lavoro missionario in Terra Santa.

Le ragioni della pubblicazione sono chiaramente espresse nelle prime righe della prefazione: «La vita ed il martirio del francescano tirolese Engelbert Kolland, avvenuto durante la persecuzione dei cristiani a Damasco nel 1860, sono ancora poco conosciuti al di fuori della sua zona d’origine, la valle dello Ziller, e della famiglia francescana della sua patria. Anche la sua beatificazione nell’anno 1926 non ha giovato molto alla diffusione della sua fama e del suo culto. La “piena riscoperta” della testimonianza di questo missionario francescano deve ancora avvenire». L’autore, Commissario di Terra Santa per la Svizzera, intende appunto contribuire a questa causa.

Quando nasce, in una piccola casetta di legno nel villaggio di Ramsau – non lontano dalla cittadina di Zell in diocesi di Salisburgo – il futuro fra Engelbert viene battezzato con il nome di Michael. Il papà Kajetan è un modesto taglialegna, la madre Maria si occupa dei sei figli (Michael è il penultimo). La famiglia simpatizza per le tesi di Lutero – pur rimanendo formalmente cattolica – in un periodo di aspre contrapposizioni tra cattolici e protestanti nella valle dello Ziller. In un microcosmo in cui cattolicesimo e patriottismo sono ritenuti sinonimi, non c’è spazio per scelte difformi. Così, a un certo punto, 427 valligiani sono costretti a lasciare la terra natale. È il 1837: molti vanno in Slesia, un piccolo gruppo in Cile. La famiglia Kolland si reca in Stiria, regione a maggioranza protestante.

Due figli, però, rimangono nel seminario minore di Salisburgo dove potranno studiare grazie alla benevolenza del vescovo principe: si tratta dello stesso Michael e del secondogenito Florian.
Per entrambi il percorso di studi ginnasiali e liceali nel seminario minore della diocesi non è brillante. Michael lo interrompe e riprende più volte anche per via di una condotta piuttosto ribelle.
Terminati con un esame brillante gli studi liceali, nell’agosto 1847 il giovane entra nell’Ordine dei Frati minori e riceve il nome di Engelbert. Il 13 luglio 1851, mentre ancora frequenta la prima teologia – in base a un particolare privilegio concesso ai frati -, viene ordinato sacerdote a Trento. Nel prosieguo degli studi, presso il convento di Bolzano, i risultati accademici sono ottimi e il frate impara a padroneggiare, oltre al tedesco, anche italiano, francese, spagnolo, inglese e arabo.

Nel 1855 viene destinato alla missione francescana in Terra Santa. Il 17 aprile mette piede a Gerusalemme e dopo pochi giorni lo assegnano alla comunità di frati che abita dentro la basilica del Santo Sepolcro. Vi rimane fino all’8 giugno, quando parte alla volta di Damasco, sua nuova destinazione. In Siria i fedeli prendono a volergli bene e a chiamarlo abuna Malak («padre Angelo»). Le sue lettere, inviate in patria a confratelli e congiunti, danno conto delle difficoltà di inserimento del Kolland, soprattutto per quanto attiene le differenze culturali che si frappongono tra gli arabi mediorientali e il giovane mitteleuropeo, ma anche sul versante dei rapporti interpersonali con i confratelli italiani e spagnoli.

Durante la permanenza di fra Engelbert in Siria la situazione di crisi politica che l’Impero Ottomano sta attraversando, genera frustrazione tra le masse islamiche e le induce a vedere nelle minoranze cristiane (associate alle potenze europee) una presenza minacciosa o comunque sempre più mal tollerata.

È il 1860. Damasco viene scossa da una vera e propria ondata di fanatismo che produce distruzioni, violenze interreligiose derivanti dalla ribellione di molti cristiani e omicidi. In quel frangente fra Engelbert e i suoi confratelli del convento di San Paolo trovano la morte nella notte tra il 9 e il 10 luglio.

La biografia redatta da padre Egger ha un buon apparato di note che, evitando ogni ridondanza, aiutano il lettore a orientarsi nel contesto storico-geografico ed ecclesiale in cui si è snodata la vita del giovane Kolland.

Gottfried Egger
Tra minareti e campane
Edizioni Biblioteca Francescana, Milano 2005
pp. 168 – 15,50 euro

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