Storie, attualità e archeologia dal Medio Oriente e dal mondo della Bibbia
Dalla Via Dolorosa alla tomba vuota, simbolo della vittoria sulla morte. E l'esperienza di un amore che ci guida sulle strade della vita.

Il Risorto ci chiama per nome

Giorgio Vigna
2 aprile 2007
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Il Risorto ci chiama per nome
Gerusalemme. Un momento della veglia pasquale cattolico-latina nella basilica del Santo Sepolcro.

Il pellegrinaggio nella Terra della redenzione è anche memoria della sofferenza dell’Uomo. Mentre percorriamo le strette strade di Gerusalemme che dalla Fortezza Antonia conducono alla basilica del Santo Sepolcro, sono proposte alla nostra devozione le ultime ore della Passione di Gesù. Giunti al Golgota contempliamo il Crocifisso innalzato da terra per attirare a sé l’umanità (Gv 12,32) e abbracciare il mondo (san Cirillo di Gerusalemme). Da quella collina Gesù ha gridato al Padre la sua silenziosa intercessione (cfr. Es 17,10-11). Il luogo della sepoltura è molto vicino; i nostri padri ne hanno conservato per noi la memoria del punto esatto. Qui la trasparenza della croce mostra il fallimento della morte. Qui sentiamo nostra la meraviglia che fu di Maria Maddalena quando, il primo giorno dopo il sabato vi si reca di buon mattino, ma trova la tomba vuota (Gv 20,1-2).

Di fronte alla Resurrezione, la nostra mente «tutta sospesa» (Dante, Paradiso, XXXIII, 97) è incapace di trovare le parole. Vengono in nostro aiuto pagine dell’evangelista Giovanni e del libro della Genesi. «Dove sei, Signore? Dove posso cercarti?». «Sono nel giardino; il suo ingresso fu sbarrato a causa della disobbedienza, ma io ho spalancato le porte. Ti ho preceduto ed ora tu sei qui con me. Vieni e mangia il frutto della vita e conoscerai chi è il bene». «Non ti vedo, non ti riconosco. Se come un tempo mi chiamerai per nome, la tua voce mi darà vita, il tuo volto sarà luce…». «Pronuncio il tuo nome e mai cesserò di pronunciare il nome di ogni donna e di ogni uomo perché voi siete miei, e il Padre mio vuole che nessuno si perda nel cammino della vita». «Ti vedo e ti riconosco. So che d’ora in poi il volto del mio fratello e della mia sorella saranno l’immagine di te. Ma tu rimani con noi». «Maria, non puoi trattenermi. Sono uscito dal Padre mio e sono venuto a voi; ora torno a lui. Il mio posto accanto al Padre sarà il vostro posto. Ad esso siete chiamati e lì vi attendo». «Signore, dimmi una parola, prima che io vada dai miei fratelli».

«Conserva nel tuo cuore e racconta a tutti che in questo consiste l’amore: il Padre vi ha amati per primo. Ora va’, ama e fa’ ciò che vuoi».

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