Dal 2 al 4 dicembre papa Francesco si reca a Cipro (successivamente, fino al 6, farà tappa in Grecia, con soste ad Atene e sull’isola di Lesbo, dove già si recò nel 2016). Nell’arco di poco più di un decennio è la seconda visita di un papa a Cipro: Benedetto XVI fu il primo vescovo di Roma a mettere piede in questo lembo di terra del Mediterraneo orientale nel giugno 2010. I cattolici a Cipro sono una minoranza piccola ma vivace, mobilitata per ricevere l’illustre ospite, come spiega il francescano di origini polacche fra Jerzy Kraj (61 anni) che sull’isola è vicario del patriarca latino di Gerusalemme.
Raggiunto da Christophe Lafontaine, della redazione francese di Terrasanta. net, fra Jerzy osserva che se l’annuncio ufficiale del viaggio è stato dato solo il 5 novembre, di un imminente arrivo del Papa si parlava già in luglio. «Nelle ultime quattro settimane – dice il frate – abbiamo deciso di dedicare ogni domenica a una riflessione legata al viaggio del Papa. Anzitutto a partire dalla lettera pastorale che mons. Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, ha scritto all’intera diocesi per questa occasione». I preparativi sono coordinati insieme con il neo arcivescovo maronita di Cipro, mons. Selim Sfeir (63 anni), nominato nel giugno scorso e insediatosi in settembre. Al momento in cui andiamo in stampa non è ancora noto il programma ufficiale della visita, ma padre Kraj anticipa che «si tratterà di una visita pastorale, ecumenica e solidale di solidarietà verso Cipro per la sua importante attività a favore dei migranti in cerca di un futuro migliore. È previsto innanzitutto un incontro con la Chiesa cattolica locale, che avrà luogo nella chiesa maronita di Nicosia, con religiosi e religiose, gruppi ecclesiali impegnati in attività pastorali e caritative. Nella vicina chiesa latina della Santa Croce ci sarà un accento più ecumenico e incentrato sull’attività per i migranti, intorno alla preghiera con e per loro, nonché testimonianze che saranno segno dell’impegno della Chiesa locale su questo versante. Non dobbiamo dimenticare che Cipro è il Paese d’Europa con il maggior numero di migranti rapportato alla popolazione locale».
In una nazione con una popolazione cristiana prevalentemente di religione greco-ortodossa saranno ineludibili gli accenti ecumenici del viaggio di Francesco. «La Chiesa ortodossa è ovviamente coinvolta in questa visita. Il Papa incontrerà anche il Santo Sinodo dei metropoliti ciprioti, farà visita al primate, l’arcivescovo Chrysostomos II (che già accolse Benedetto XVI – ndr), e pregherà nella nuova cattedrale di San Barnaba, dedicata al patrono dell’isola e consacrata l’11 giugno scorso».
L’invito al Papa è stato fatto, nel 2019, dal presidente della Repubblica di Cipro Nicos Anastasiades in vista del sessantesimo anniversario dell’indipendenza del Paese (1960-2020). Dal 2004 l’intero territorio di Cipro fa parte dell’Unione europea, ma il diritto comunitario non si applica nella parte dell’isola sotto controllo turco dal 1974 (l’autoproclamata Repubblica turca di Cipro del Nord è riconosciuta solo dal governo di Ankara). Il problema di Cipro spaccata in due si trascina da decenni. «Di fronte a questa dolorosa realtà – chiosa fra Kraj – qui tutti sperano di ottenere un forte sostegno dalla comunità internazionale per la causa della riunificazione e una maggiore tutela del patrimonio culturale e religioso nel nord dell’isola. Il Papa non toccherà certo gli aspetti politici, ma penso che vorrà esprimere la sua solidarietà a questa popolazione, senza fare distinzioni. Invierà certamente un messaggio positivo, un messaggio di speranza, di dialogo e, auspicabilmente, anche di riconciliazione».
Terrasanta 6/2021
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