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A Washington, sulla sommità di una collina chiamata Monte del Santo Sepolcro, sorge uno di più antichi e importanti santuari cattolici degli Stati Uniti...

Terra Santa a stelle e strisce

02/10/2007  |  Milano
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Terra Santa a stelle e strisce
La chiesa del santuario retto dalla Custodia di Terra Santa a Washington, capitale degli Stati Uniti. (foto G. Caffulli)

Un pullman a due piani scarica sul piazzale abbellito da aiuole fiorite una comitiva variopinta di persone. Un distintivo sul petto e un cappellino con i colori del Vaticano li identificano come pellegrini. Vengono da una parrocchia di Richmond, la capitale dello Stato della Virginia, per pregare e per fare memoria delle radici della nostra fede.

Washington, la capitale federale degli Stati Uniti, offre anche questo. E schiacciata com’è dalla politica (è pur sempre la città della Casa Bianca e del Congresso) stenteresti a crederlo.

Due sono le mete molto frequentate dai pellegrini a stelle e strisce. La prima è il santuario mariano nazionale costruito a partire dal dopoguerra per volere dei vescovi statunitensi e dedicato all’Assunzione: un’enorme edificio dove sono racchiuse e venerate icone e statue della Madonna provenienti da tutto il mondo, a testimonianza del mosaico di popoli e culture che compongono gli Stati Uniti.

La seconda meta (ma non per importanza) è il Memoriale del Santo Sepolcro, il santuario della Custodia di Terra Santa negli Usa, che riproduce i principali luoghi e santuari della Palestina (e dove ha sede il Commissariato di Terra Santa per gli Stati Uniti, da pochi mesi diretto da padre Jeremy Harrington). Il santuario dell’Assunzione e il Memoriale sorgono a meno di un chilometro di distanza, nel quartiere residenziale di Brookland, dove si trova anche l’Università cattolica d’America, uno degli atenei più prestigiosi della città.

I pellegrini di Richmond arrivati con il pullman vengono accolti da un frate francescano e fatti entrare in una sala destinata all’accoglienza. «Ancora oggi la nostra principale attività è questa: ricevere i pellegrini e guidarli alla scoperta di questo luogo. C’è grande amore e attenzione per la Terra Santa, grande voglia di aiutare… Per molti la visita nel nostro santuario è l’inizio di un vero e proprio cammino di conversione». A parlare è fra Roger Petras, capelli bianchi e una vita trascorsa al servizio dei santuari in Terra Santa. È lui la mia guida all’interno del Memoriale del Santo Sepolcro e nel parco che lo circonda, dove sorgono (come in un nostrano Sacro Monte) cappelle che «raccontano» gli episodi narrati nel Vangelo.

La storia della «Terra Santa in America» affonda le sue radici nel lontano 1880, quando a New York venne aperto il primo Commissariato degli Stati Uniti. Padre Carlo Vassani e padre Godfrey Schilling cullarono per anni il sogno di realizzare proprio a New York, sulla collina di Staten ­ Island, di fronte al porto, un santuario dedicato ai Luoghi Santi. Il progetto si concretizzò nel 1897, ma a Washington, dove padre Godfrey riuscì ad acquistare l’immensa proprietà McCeeney con l’idea di costruire convento e santuario. Il luogo, sulla sommità della collina, non aveva un vero e proprio nome. Fu così che padre Godfrey lo battezzò Monte del Santo Sepolcro.

I primi sei frati della nuova comunità vissero per un periodo in quella che era la vecchia casa colonica del ranch, tra topi e scarafaggi. Intanto chiesa e convento, progettati dall’architetto romano Aristide Leonori, venivano innalzati grazie alla generosità della gente comune. I lavori terminarono in poco più di un anno e il 17 settembre 1899, festa delle Stigmate di san Francesco, avvenne l’inaugurazione ufficiale. Il completamento del santuario, con le repliche degli altari e dei luoghi più significativi di Terra Santa, comportò però ancora molti anni di lavoro. E solo nel 1924 il santuario venne consacrato. Nel 1991 il Memoriale del Santo Sepolcro di Washington è stato dichiarato «monumento nazionale».

«La pianta del santuario – mi spiega fra Roger – richiama la croce di Terra Santa, lo stile si ispira a quello bizantino con alcune influenze romaniche». Attorno al Memoriale corre il Portico del Santo Rosario, dove formelle di ceramica riportano la preghiera dell’Ave Maria in oltre duecento lingue.

È all’interno, però, che il Memoriale del Santo Sepolcro di Washington riserva le maggiori sorprese. Intanto si tratta, dal punto di vista architettonico, di una delle chiese più belle degli Stati Uniti. L’impronta francescana è evidente in ogni angolo: episodi della vita di san Francesco, statue di sant’Antonio… Ma è il legame con la Terra Santa a balzare subito agli occhi. Sul lato destro del transetto, ecco una fedele riproduzione dell’edicola del Santo Sepolcro, con l’antistante cappella dell’Angelo. Sulla sinistra il gruppo ligneo del Calvario; di fronte all’altare principale il Cristo glorioso della Trasfigurazione.

Nell’ampia cripta del santuario, altre sorprese: la riproduzione della Grotta dell’Annunciazione di Nazaret, la Grotta di Betlemme e una riproposizione delle catacombe romane. «La nostra idea è quella di aiutare i nostri fedeli a rendersi conto anche della storia del cristianesimo delle origini, con la sua storia di martirio e di persecuzione. Il Memoriale del Santo Sepolcro offre insomma la possibilità di fare ai visitatori un piccolo corso di catechismo sulle verità fondamentali della fede e sulla storia del cristianesimo».

Il gruppo di Richmond ha ormai abbandonato il santuario. I cappellini gialli e bianchi sono ora ammassati nel negozietto di souvenir e articoli religiosi: impossibile tornare a casa senza aver acquistato un oggetto in legno d’ulivo della Terra Santa o una piccola croce. All’ingresso aspetta già un gruppo di pellegrini di lingua spagnola giunto al santuario per la messa. «Jesus te ama», porta scritto sul cappellino un giovane dalla faccia bruna. Anche questa è l’America, anche questa è Washington: uomini e donne di lingue e provenienze diverse, unite dall’unica fede in Cristo.

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