Storie, attualità e archeologia dal Medio Oriente e dal mondo della Bibbia

Il profumo della vita nuova

fra Alberto Joan Pari ofm
2 maggio 2017
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Il profumo della vita nuova
Le donne mirofore al sepolcro di Cristo. (icona di scuola russa)

Le donne che per prime incontrano Gesù risorto sono le «mirofore», cioè portatrici di oli profumati. Come loro, anche noi dobbiamo diffondere il profumo di Cristo.


Risuonano ancora nei nostri orecchi e nei nostri cuori le festose campane di Pasqua e i canti, così come l’Alleluia, che per quaranta giorni la Chiesa ha taciuto per poter esultare solennemente il giorno della Resurrezione; in questo clima di vita nuova che ci accompagnerà per cinquanta giorni vorrei soffermarmi su una scena bellissima del «primo giorno dopo il sabato», scena che la tradizione antica ha fissato in una icona. Si tratta dell’icona delle donne portatrici degli oli profumati, le «Mirofore» (dal greco «portatrici di mirra»).

Il Vangelo di Marco ci racconta che il giorno dopo il sabato Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo e Salome (Giovanna secondo Luca) si recarono al sepolcro di buon mattino, quando era ancora buio. L’icona rappresenta il momento il cui le tre donne arrivano al sepolcro e lo trovano spalancato e vuoto. Tra le mani hanno i vasetti di unguento profumato, la mirra, per ungere il corpo del loro Signore che, al tramonto del venerdì, subito dopo la morte, era stato portato in tutta fretta al sepolcro essendo imminente la festa di Pasqua. Alcuni teologi hanno visto nelle tre donne un parallelo scritturistico con i magi che vennero dal lontano Oriente per adorare il Salvatore; uno di essi portava proprio la mirra, segno profetico della morte, sepoltura e resurrezione di Cristo.

Le tre donne sono le prime testimoni della tomba vuota, cioè della vittoria di Cristo sulla morte. Gli evangelisti non concordano però sulla loro reazione dopo la visione angelica: per Matteo e Luca esse andarono dagli apostoli a dare la buona novella, ma per Marco esse scapparono impaurite facendo proprio l’opposto di quando era stato loro chiesto, non dissero niente a nessuno; per Giovanni, non si recarono più donne al sepolcro, ma solo Maria di Magdala. È curioso notare come nei Vangeli, ogni volta che Gesù durante la sua vita terrena aveva chiesto di non dire niente a nessuno, in particolare dopo un grande miracolo di guarigione, tutti disobbedendo correvano a spargere la notizia segreta, mentre il giorno di Pasqua, al comando del Risorto di andare ad annunciare che è vivo, per paura le donne fuggono e tacciono.

Siamo fatti così, sempre in difetto dinanzi alla meraviglia delle novità di Dio… ci mettiamo un po’ a capire cosa fare e come reagire al Suo sconvolgente amore. Al sepolcro, seduto sulla pietra che chiudeva la tomba e che era stata rotolata via, le donne trovano un giovane, vestito in bianche vesti. È l’angelo della Risurrezione, che annuncia che Gesù è vivo: «Non cercate tra i morti colui che è vivo». L’angelo nell’icona si presenta maestoso e sereno, comunica gioia e pace. Con la mano destra indica la tomba vuota, mentre con l’altra annuncia che Gesù non è più tra i morti, ma è vivo, il suo corpo è di carne trasfigurata, redenta ed appartenente al cielo, come indica la sua mano sinistra. La tomba vuota è raffigurata come una bocca aperta e nera, rappresenta le fauci della morte, mai sazia. La morte ha ingoiato l’autore della vita, ma non ha potuto trattenerlo, è stato come «vomitato» ed intatti il sarcofago che conteneva il corpo di Cristo è rappresentato fuori dalle «fauci della morte». All’interno del sarcofago sono visibili le bende che avvolgevano il corpo del Signore. Il sarcofago di pietra, a forma rettangolare, ricorda quello della natività. Nell’icona della natività Gesù non è adagiato nella mangiatoia come nella nostra tradizione occidentale, ma è avvolto come una mummia e messo in un sarcofago di pietra. Il significato è prettamente legato al mistero della Pasqua: colui che noi adoriamo nella grotta di Betlemme, è colui che è sceso dal cielo per strapparci dal potere della morte con la sua Risurrezione.

Le donne che cercano l’amato come nel Cantico dei Cantici, la novità del Risorto, la tomba vuota, la pietra rotolata dal nostro sepolcro… ecco le gioie della Pasqua, un messaggio per tutti noi, cercatori e mendicanti d’amore, ma allo stesso tempo increduli e spaventati di fronte alla novità di Dio che apre le nostre tombe e ci dona nuova vita. Come le «mirofore», anche noi portiamo ovunque il buon profumo di Cristo. Il mio augurio è che per tutti sia un anno di grandi annunci, di corse pazze per annunciare che Lui è vivo e ci precede. «Venite a vedere il luogo dove era deposto»; attendendovi a Gerusalemme, un caro saluto e buona vita nuova in Cristo!

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