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Raccontare le storie della salvezza con la tavolozza, ricordare gli episodi della vita del santo di Assisi con sapienti pennellate. È il percorso artistico del pittore Piero Casentini.

I colori del Vangelo

Carlo Giorgi
14 gennaio 2009
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I colori del Vangelo
Piero Casentini, Nella casa di Pietro (dettaglio), convento francescano di Cafarnao, Israele. In apertura, dello stesso pittore, L'ultima cena, refettorio del convento di San Salvatore, Gerusalemme.

Piero Casentini è un poeta che scrive con il colore. Nato a Roma nel 1963, attualmente lavora tra Assisi e Valmontone. La sua ricerca artistica si concentra oggi sul recupero della spiritualità. Per questa ragione nella sua produzione hanno un posto speciale i temi legati alla Terra Santa e al francescanesimo. Quale «poeta della perfetta letizia» francescana, è stato incaricato dalla Custodia di Terra Santa di realizzare un’Ultima Cena per il refettorio conventuale di San Salvatore in Gerusalemme. Tema più volte affrontato, quello dell’ultima cena. Nel caso della grande tavola del refettorio di San Salvatore il pittore  ha voluto sottolineare la sacralità dell’evento facendo provenire la luce direttamente da Cristo e isolando l’ambiente, mentre Giuda è colto nell’attimo in cui riceve il pane da un altro apostolo. Un’opera che richiama in maniera diretta la semplicità e l’intimità delle case del tempo, così come ci viene raccontato nei Vangeli.

La pittura di Casentini è semplice ma mai superficiale, capace di arrivare direttamente al cuore di chi la incontra. Il percorso iconografico che si offre ai nostri sguardi è teso a far scaturire una profonda riflessione che l’artista per primo ha esercitato dentro di sé. Le opere su Francesco ma soprattutto gli episodi dei Vangeli che il pittore ha realizzato negli ultimi tempi (citiamo la grande pala che raffigura Gesù nella casa di Pietro a Cafarnao, opera che si trova appunto nel convento locale  della Custodia) danno conto di un artista molto vario, che sa adattare le proprie composizioni scenografiche all’avvenimento che sta raccontando. Una caratteristica della sua narrazione pittorica è quella di saper isolare l’evento da qualsiasi tipo di contesto, creando una specie di sospensione del tempo, e rendendo in questo modo il messaggio definitivo e universale. Ma anche di accompagnare i fedeli che osservano la scena evangelica a rivivere quel momento in raccoglimento e preghiera.

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