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Gerusalemme e Luoghi Santi in celluloide

Giuseppe Caffulli
21 dicembre 2020
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Gerusalemme e Luoghi Santi in celluloide

Grazie a un accordo con il Museo del Cinema di Milano vengono restaurate e digitalizzate decine di pellicole realizzate nella seconda metà del Novecento dai frati della Custodia per diffondere, anche attraverso il cinema, il messaggio dei Luoghi Santi.


La firma è di quelle illustri. Nel numero di gennaio 1955 della prestigiosa Rivista del Cinematografo, Mario Verdone, tra i maggiori critici cinematografici italiani, docente di Storia e critica del film in vari atenei e direttore del Centro sperimentale di cinematografia di Roma, dedica ai Documentari in Palestina un lungo e circostanziato articolo. In esso dà conto dei progetti cinematografici della Custodia di Terra Santa, «un nutrito gruppo di pellicole affidate al veneziano Rinaldo Dal Fabbro».

Il pezzo passa in rassegna «una produzione che mira a vari scopi: v’è l’omaggio ai Luoghi Santi, l’elemento di curiosità e bellezza visiva che essi presentano per chi non ha conosciuto Gerusalemme, Betlemme, Nazaret, che attraverso le pagine dei sacri testi o nella fantasiosa inventiva degli artigiani che allestiscono i più ricchi presepi barocchi». Tra i documentari in programma, Verdone cita il lungometraggio Terra di Cristo e i corti Gli ulivi dell’agonia, La valle sotto il mare, Natale a Betlemme, Il lago di Gesù e Vita della Madonna. Li definisce «palpitante materia documentaria».

«Abbiamo visto in questi giorni – prosegue – tre dei cortometraggi già ultimati: Gli ulivi dell’agonia, che mira ad una evocazione drammatica delle ultime ore di Cristo; La valle sotto il mare, a carattere descrittivo e paesaggistico; Natale a Betlemme, favoloso e lirico. (…) La serietà e la coscienza con cui sono stati condotti i tre primi brevi film di cui abbiamo accennato, lasciano prevedere che questa iniziativa della Custodia francescana non mancherà di suscitare interesse fra tutti gli spettatori». Negli anni Cinquanta varie famiglie religiose e istituti missionari italiani si affacciano al mondo della celluloide, come strumento per incontrare popoli e culture, oltre che come veicolo per far conoscere la propria opera. La Custodia di Terra Santa non è da meno, e a Milano, presso il Centro di propaganda e stampa di Terra Santa (dove hanno sede oggi la Fondazione e le Edizioni Terra Santa) nasce una vera e propria casa di produzione cinematografica, di cui è mente e anima fra Alfonso Calabrese. Saranno decine le pellicole ideate e realizzate in via Gheradini, in vari formati e in varie lingue. Fiore all’occhiello, Ritorno alle sorgenti (1964), il documentario del viaggio in Terra Santa di Paolo VI, il primo di un papa, girato sempre da Rinaldo Dal Fabbro.

L’esperienza del Centro cinematografico di via Gherardini si esaurisce alla fine degli anni Ottanta, con la realizzazione dei primi documentari in Vhs. Il mondo è però cambiato: le sale parrocchiali sono in crisi. E il mercato dell’home video è troppo grande (e forse troppo costoso) per poter stare a galla. Di quell’impegno (di cui Verdone non mancò di mettere in luce il valore «spirituale e religioso, ma anche storico, geografico, umano») restano oggi una quarantina di titoli, che grazie ad un accordo con il Museo del Cinema di Milano stanno per essere restaurati e digitalizzati. In occasione dei cento anni della nostra rivista Terrasanta verrà promossa una serie di attività (pubblicazioni, convegni, proiezioni) per far conoscere al pubblico dei cinefili (e ai tanti amici della Terra Santa) questa pagina di storia che ha certamente contribuito a diffondere il «messaggio e la Grazia dei Luoghi Santi».

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