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Un’iscrizione cuneiforme scoperta a Gerusalemme getta nuova luce sul passato

Terresainte.net
28 ottobre 2025
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Un’iscrizione cuneiforme scoperta a Gerusalemme getta nuova luce sul passato
Il sigillo ritrovato: rara prova di comunicazione scritta tra il re d'Assiria e il re di Giuda. (foto Eliyahu Yannai/City of David Foundation)

Una rara e recente scoperta archeologica rivela nuovi dettagli sui rapporti tra l’impero mesopotamico e il regno di Giuda tra il VII e VIII secolo a.C. Si tratta del frammento di un sigillo reale assiro indirizzato a un destinatario a noi ignoto di Gerusalemme.


Una minuscola tavoletta d’argilla con un’iscrizione cuneiforme in accadico – risalente a circa 2.700 anni fa – è stata rinvenuta nei pressi del muro occidentale della Spianata delle moschee (il Monte del Tempio, per gli ebrei) a nord dell’antica città di Davide. Il piccolo reperto, di circa 2,5 centimetri di lato, rappresenta la prima iscrizione assira mai ritrovata a Gerusalemme e riferibile al periodo del Primo Tempio (VIII–VII secolo a.C.).

Scoperta durante gli scavi condotti dall’Autorità israeliana per le antichità nel Parco archeologico di Davidson (area aperta anche ai turisti a ridosso del lato sud-occidentale della Spianata), la tavoletta è stata identificata come il frammento di un sigillo reale assiro: un contrassegno apposto su una lettera o su un messaggio ufficiale inviato dalla corte del re d’Assiria a un destinatario nel regno di Giuda.

L’analisi del testo suggerisce che si trattasse di una comunicazione riguardante un ritardo nel pagamento di un tributo o di un’imposta, con la menzione del primo giorno del mese di Av, secondo un calendario condiviso tra la Mesopotamia e regno di Giuda.

Secondo la direttrice degli scavi, Ayala Zilberstein, la scoperta costituisce una prova diretta di comunicazioni di carattere amministrativo tra Gerusalemme e l’Impero assiro, allora potenza dominante del Vicino Oriente. Essa conferma quanto fosse profonda l’integrazione politica ed economica del piccolo regno di Giuda nelle reti imperiali del suo tempo.

Ayala Zilberstein con sigillo accadico

La dottoressa Ayala Zilberstein, direttrice degli scavi, tiene tra le dita il frammento con caratteri cuneiformi. (foto Emil Aladjem/Israel Antiquities Authority)

Le analisi petrografiche condotte da Anat Cohen-Weinberger indicano che l’argilla non proviene da Gerusalemme, ma corrisponde alle formazioni geologiche del bacino del Tigri — nelle regioni di Ninive, Assur o Nimrud —, confermando quindi una provenienza assira diretta.

Questo frammento eccezionale è stato trovato in un deposito di terra accumulata lungo il bordo del grande canale di scolo della città, risalente al periodo del Secondo Tempio, circa duemila anni fa. Con ogni probabilità, si tratta di materiale proveniente dal crollo di un edificio del Primo Tempio, scoperto in un punto dove il canale successivo non si è conservato, permettendo così agli archeologi di raggiungere livelli più antichi del sottosuolo di Gerusalemme. La sua posizione, a sud delle mura della città vecchia, offre un indizio prezioso sulla topografia del quartiere amministrativo all’epoca in cui il regno di Giuda era, di fatto, un vassallo degli assiri.

Gli studiosi ritengono che l’oggetto potesse essere stato indirizzato al re Ezechia, a suo figlio Manasse o al loro successore (non immediato) Giosia, in un periodo in cui Giuda oscillava tra la sottomissione e la resistenza al dominio assiro. Pur non permettendo di stabilirlo con certezza, il testo del sigillo testimonia un momento di tensione diplomatica, di cui anche i racconti biblici conservano eco: quello di un regno diviso tra lealtà e rivolta di fronte all’impero di Sennacherib.

Per gli archeologi non si tratta di una “prova” (o conferma) della narrazione biblica, bensì di un raro esempio di corrispondenza imperiale, che illustra come la scrittura cuneiforme e la cultura amministrativa assira si fossero spinte fino a Gerusalemme.

Questa minuscola tavoletta apre una finestra sulle relazioni complesse tra Giuda e l’Assiria, in un Vicino Oriente in cui la diplomazia si esprimeva anche attraverso l’argilla e i sigilli dei re.

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