Anche i musulmani, mossi dal Corano, tributano un grande onore a Maria, madre di Gesù. Non dovrebbe quindi stupire così tanto che gli iraniani le dedichino una nuova stazione della metropolitana della capitale. Il gesto è però anche un riguardo verso la minoranza cristiana.
Le autorità di Teheran hanno inaugurato in questi giorni una nuova stazione di metropolitana dedicata alla Madonna. Sì, stiamo parlando proprio della Vergine Maria, raffigurata nei bassorilievi e nei murali che decorano le ampie pareti dell’ultimo snodo logistico della metropoli iraniana. La stazione si trova di fronte alla Chiesa armena di Santa Maria e nei pressi della cattedrale armena di San Sarkis, in un quartiere centrale, dove vivono molti cristiani armeni, famoso per le sue pasticcerie e i suoi negozi di artigianato.
Maria è venerata anche nell’islam in quanto madre del profeta Gesù (Issa in arabo). È citata in tre Sure del Corano, sulle 114 complessive, e, in una di esse, Muhammad (Maometto) ricorda il momento dell’Annunciazione in cui gli angeli le dissero: «Dio ti ha scelta e ti ha resa pura e benedetta tra le donne del creato».
Se questo elemento di religiosità, soprattutto sciita, ha certamente contribuito alla decisione di costruire una stazione dedicata a Marian Moghaddas (Santa Maria), tutto il progetto fa riferimento tuttavia a motivi cristiani, a cominciare dalle scelte architettoniche ispirate ai volumi e alle volute della vicina Chiesa moderna armena.
Fatto piuttosto insolito nella cultura islamica, dove i volti e i corpi dei personaggi sacri non sono mai ritratti, le figure della Madonna e di Gesù sono invece scolpite, in modo molto classico e in una delicata pietra bianca, nelle pareti dell’ampio ingresso, dove si trovano i tornelli di accesso ai binari. Appaiono la Madonna con il bambinello, la Madonna con le mani giunte in preghiera, Gesù con i capelli lunghi e la barba. Vi è persino una colomba che simboleggia lo Spirito Santo, che non è invece presente nella teologia islamica. La scultrice, una giovane iraniana musulmana di nome Tina Tarigh Meher, spiega, in un video durante l’inaugurazione, che «ogni singolo elemento scolpito appartiene alla storia cristiana». Questo omaggio così forte alla minoranza cristiana iraniana – che conta circa 200-250 mila credenti tra armeni per lo più ortodossi, caldei, siriaci e cattolici di rito latino – è spiegato da qualche commentatore iraniano come un ennesimo segnale di apertura verso l’Occidente, voluto dal presidente riformista Masoud Pezeshkian. La stazione metropolitana è stata costruita negli ultimi due anni ed è la venticinquesima della linea 6, una rete urbana che ormai supera i 120 chilometri di binari.
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D’altra parte l’attenzione per le culture e le tradizioni delle proprie minoranze religiose, che può costituire una sorpresa per chi vede l’Iran in maniera stereotipata, fa parte della storia persiana. All’epoca della dinastia safavide (1500-1600) furono restaurate centinaia di chiese dei primi secoli dell’era cristiana, frutto della grande spinta evangelizzatrice dei discepoli di Gesù verso l’Asia. E da parte loro, i cristiani armeni furono gli architetti, i pittori e le manovalanze della costruzione di Isfahan, la splendida capitale della dinastia safavide.





















