
C’è un’impennata storica dei soldi che gli egiziani all’estero inviano a casa. Lo dicono i dati della Banca centrale egiziana che registra costantemente cifre record, come i 3 miliardi di dollari trasferiti solo nel febbraio scorso. Determinanti alcune riforme introdotte nel 2024.
La notizia arriva dalla Banca centrale d’Egitto che il 3 giugno ha diramato il seguente dispaccio: «Le rimesse degli egiziani che lavorano all’estero continuano nella loro tendenza al rialzo, facendo registrare un balzo storico senza precedenti nel periodo tra il luglio 2024 e il marzo 2025. Le rimesse sono aumentate dell’82,7 per cento su base annua, raggiungendo una cifra pari a circa 26,4 miliardi di dollari (rispetto ai circa 14,4 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente). Nel solo primo trimestre del 2025, le rimesse sono aumentate dell’86,6 per cento rispetto all’anno prima, arrivando a circa 9,4 miliardi di dollari (contro i circa 5 miliardi registrati nello stesso periodo del 2024). In particolare, le rimesse nel marzo 2025 sono aumentate del 63,7 per cento su base annua, raggiungendo circa 3,4 miliardi di dollari (rispetto a circa 2,1 miliardi del marzo 2024)».
Dunque, in buona sostanza, c’è un’impennata storica dei soldi che gli egiziani all’estero mandano “a casa”. Giorni fa la Banca centrale egiziana ha riferito che per il dodicesimo mese consecutivo le rimesse vanno aumentando. Un record di 3 miliardi di dollari è stato raggiunto nel solo mese di febbraio 2025.
Come leggere questi dati? I flussi delle rimesse in continua crescita permettono di cogliere alcune dinamiche dell’emigrazione, un aspetto non da poco per il Paese delle piramidi, che conta una popolazione di circa 118 milioni di individui. Secondo il ministero per gli Egiziani all’estero, il numero dei cittadini fuori dal Paese è aumentato significativamente, raggiungendo nel 2024 i 14 milioni. Erano circa 11 milioni alla fine del 2023, secondo l’agenzia statale di statistica. Tra le professioni più praticate all’estero dagli egiziani, quelle del settore edile (in particolare nei Paesi del Golfo, dove la domanda di manodopera è elevata); medici, infermieri e tecnici sanitari, vanno soprattutto in Europa e Nord America; insegnanti e docenti si trovano in istituzioni educative in vari Paesi. Ci sono poi tecnici e ingegneri specializzati in diversi settori, tra cui l’ingegneria civile, meccanica e informatica. E ancora lavoratori domestici, prevalentemente donne impiegate in famiglie private, soprattutto in Medio Oriente.
Il boom delle rimesse è stato favorito anche da una serie di riforme economiche introdotte nel marzo 2024, tra cui l’aumento dei tassi d’interesse su strumenti di risparmio in valuta locale e in dollari, misure che hanno incentivato gli egiziani all’estero a trasferire i propri fondi attraverso canali ufficiali. Detto in maniera più semplice: se prima molti flussi erano introdotti nel Paese attraverso canali non tracciabili, oggi per gli egiziani è più conveniente usare il sistema finanziario del Paese.
Le rimesse degli emigrati restano oggi una delle fonti più importanti di valuta estera per l’Egitto, insieme al turismo, ai proventi del Canale di Suez e agli investimenti diretti esteri. Un pilastro fondamentale per le asfittiche finanze di un Paese enorme dove ancora sono presenti grandi sacche di povertà specie nelle grandi periferie urbane e nelle remote aree rurali.
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