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Nicea, tra memoria e futuro

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Nicea, tra memoria e futuro
Pittura murale del XII secolo che raffigura il concilio di Nicea. Monastero di Ghélati, presso Kutaisi (Georgia occidentale). (foto Great Brut Here | AdobeStock)

Sono trascorsi 17 secoli esatti dal concilio di Nicea. L’anniversario riveste un significato ecumenico particolare per la Terra Santa, dove convivono Chiese cristiane di riti e tradizioni diverse.


Il 20 maggio il mondo cristiano fa memoria dell’apertura del primo concilio ecumenico della storia, convocato dall’imperatore Costantino 1.700 anni fa a Nicea, in Asia minore e che riunì almeno 220 vescovi. Le discussioni che verterono su temi fondamentali per l’identità cristiana – la professione della fede, la data della celebrazione della Pasqua, nonché il ruolo attivo di Costantino – resero il concilio un evento chiave della storia cristiana.

L’imperatore cercò, a costo di conflitti con vescovi recalcitranti, di fare della religione cristiana un fattore di unità dell’impero. Il suo incontro con il vescovo di Gerusalemme Macario a Nicea favorì la nascita dei grandi santuari della Terra Santa. Macario al ritorno, con l’avallo di Costantino, iniziò infatti a demolire il tempio pagano di Aelia capitolina per ritrovare la tomba di Cristo, primo passo verso la costruzione della basilica del Santo Sepolcro.

Dopo 17 secoli, l’anniversario riveste un significato ecumenico particolare per la Terra Santa dove convivono Chiese cristiane di riti e tradizioni diverse. La Commissione Teologica Internazionale in un documento del 3 aprile scorso afferma: «La fede professata a Nicea dischiude lo sguardo sulla novità dirompente e permanente accaduta con la venuta tra noi del Figlio di Dio. E spinge a dilatare il cuore e la mente per accogliere, e trafficare, il dono di questo sguardo decisivo sul senso e sul destino della storia».

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Ecco l’indice del Dossier:

Il concilio voluto da Costantino
di Marco Rizzi, ordinario di Letteratura cristiana antica all’Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano

Furono motivazioni fondamentalmente politiche a spingere l’imperatore a convocare non lontano dalla sua residenza tutti i vescovi della cristianità. Favorendo la soluzione di dispute, in primis quella con gli ariani sulla natura di Cristo, Costantino rese più stabile il suo potere sull’impero.

Mappa – I vescovi presenti al concilio

Una professione di fede comune
di mons. Paolo Bizzeti sj, vicario apostolico emerito dell’Anatolia

Il 1.700esimo anniversario di Nicea è una splendida occasione per ricordare che tra noi cristiani abbiamo una solida base comune, ininterrotta nel tempo, che ha nel Credo la definizione di Gesù Figlio di Dio. La riflessione di un vescovo in Turchia sul senso ecumenico di una ricorrenza.

Scheda – Pasqua, vita dei viventi: comuione in cerca di unità visibile
di Cristina Simonelli, docente di Storia della Chiesa e Teologia patristica presso la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale – Milano

Spunti da una comunità ecumenica
di fratel Guido Dotti, monaco di Bose

La comunità monastica di Bose, da sempre impegnata nel dialogo ecumenico, ha preparato nel 2025 le preghiere per la Settimana per l’unità dei cristiani su incarico del Consiglio ecumenico delle Chiese. Ha colto nella ricorrenza di Nicea un’occasione di ascolto di quella esperienza.

I tesori di Iznik
di Sivlia Pedone, bizantinista, Accademia nazionale dei Lincei

L’analisi del contesto archeologico e storico di Nicea evidenzia la stratificazione culturale di questo sito che, dall’epoca ellenistica a quella ottomana, ha conservato un ruolo centrale nelle vicende del Mediterraneo orientale. Con il concilio del 325 divenne un simbolo della cristianità ortodossa.

Scheda – Il sociologo Franco Garelli: «I credenti oggi in cerca di una “super-religione”»

Terrasanta 3/2025
Maggio-Giugno 2025

Terrasanta 3/2025

Il sommario dei temi toccati nel numero di maggio-giugno 2025 di Terrasanta su carta. Nel dossier al centro: sono passati 1.700 anni dal concilio di Nicea. Un evento lontano nel tempo, ma che ci parla ancora.

Ildegarda e Cecilia, unite dalla musica
Francesca Cosi e Alessandra Repossi

Ildegarda e Cecilia, unite dalla musica

La terza chiesa romana del cammino giubilare dedicato alle sante patrone d’Europa e dottori della Chiesa è intitolata a santa Cecilia, protettrice dei musicisti e dei cantanti. Anche santa Ildegarda di Bingen, celebre per le sue composizioni sacre, si dedicava alla musica e in questo Anno Santo è ricordata nella stessa basilica.

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