
Mancano pochi giorni al conclave che eleggerà il successore di papa Francesco. Sin d'ora, prima che si cominci a votare nel pomeriggio del 7 maggio, i cardinali chiedono a tutto il popolo di Dio di partecipare spiritualmente.
Si affidano, e giustamente, alla preghiera di tutta la Chiesa i cardinali che in Vaticano in questi giorni sono impegnati a riflettere e confrontarsi in vista dell’elezione del successore di papa Francesco.
In un comunicato diffuso ieri, 30 aprile 2025, il collegio cardinalizio rivolge al popolo di Dio «l’invito a vivere questo momento ecclesiale come un evento di grazia e di discernimento spirituale, nell’ascolto della Volontà di Dio». I cardinali, «coscienti della responsabilità a cui sono chiamati, percepiscono la necessità di essere sostenuti dalla preghiera di tutti i fedeli. Essa è la vera forza che nella Chiesa favorisce l’unità di tutte le membra nell’unico Corpo di Cristo (Prima lettera ai Corinzi 12,12)». «Di fronte alla grandezza del compito imminente e alle urgenze dei tempi presenti – prosegue il testo –, è prima di tutto necessario farsi strumenti umili dell’infinita Sapienza e Provvidenza del Padre Celeste, nella docilità all’azione dello Spirito Santo. È infatti Lui il protagonista della vita del Popolo di Dio, Colui che dobbiamo ascoltare, accogliendo ciò che dice alla Chiesa (cfr Libro dell’Apocalisse 3,6). Che la Madonna accompagni questa corale invocazione con la Sua materna intercessione».
Nel pomeriggio del 7 maggio l’ingresso in Conclave
Come è noto, al Conclave, che avrà inizio alle 16.30 di mercoledì 7 maggio, non prenderanno parte tutti i 252 membri del collegio cardinalizio. Parecchi non hanno neppure raggiunto Roma, o per l’età avanzata o per impedimenti vari. L’85enne patriarca maronita, Beshara Rai, ad esempio, si è rotto un’anca cadendo durante la celebrazione della solenne Messa di Pasqua a Bkerke e quindi non ha potuto allontanarsi da Beirut.
Dopo che il cardinale Angelo Becciu (76 anni, mandato a processo da papa Francesco e condannato in primo grado per peculato dal tribunale vaticano) ha rinunciato a battersi per far valere i propri diritti di elettore – «avendo a cuore il bene della Chiesa, nonché per contribuire alla comunione e alla serenità del Conclave» – restano 135 i porporati che hanno diritto ad entrare nella clausura di Casa Santa Marta e della Cappella Sistina. Almeno due, ha comunicato nei giorni scorsi la sala stampa della Santa Sede, non si presenteranno per ragioni di salute.
Le procedure da seguire
È la costituzione apostolica Universi Dominici Gregis – promulgata da san Giovanni Paolo II il 22 febbraio 1996 e parzialmente emendata da Benedetto XVI il 22 febbraio 2013 – a dettare le norme e procedure che regolano il periodo di sede vacante (che ha inizio con la morte, o la rinuncia, di un papa) e l’elezione del nuovo vescovo di Roma. Al n. 33 vi si legge che sono esclusi dal Conclave i cardinali che abbiano compiuto 80 anni prima dell’inizio della sede vacante, vale a dire, in questo caso, prima del 21 aprile 2025. Molti dei 117 che restano fuori stanno comunque prendendo parte attiva alle congregazioni generali che si svolgono in questi giorni e servono come base di riflessione corale e di discernimento utile ad individuare il candidato più opportuno per il soglio di Pietro.
In Conclave, come è noto, i cardinali elettori non possono comunicare in nessun modo con il resto del mondo (salvo «comprovata ed urgente necessità» riconosciuta dal cardinale camerlengo e dai tre cardinali suoi assistenti; questi ultimi si avvicendano, per sorteggio, ogni tre giorni).
Già da quando iniziano le congregazioni generali tutti i cardinali emettono giuramento di riservatezza circa quanto accadrà nelle riunioni e in conclave. Ecco perché, normalmente, respingono l’assalto dei giornalisti che li attendono fuori dai confini vaticani o danno risposte evasive. Analogo giuramento di riservatezza emettono anche tutte le persone, laiche o religiose (dall’autista all’ascensorista, dal cameriere all’addetto alle pulizie, ecc.), che durante il conclave prestano servizio in Casa Santa Marta – dove alloggiano i porporati elettori – e nel Palazzo apostolico.
Nel pomeriggio del 7 maggio, in Cappella Sistina, dopo che il maestro delle cerimonie pontificie avrà intimato l’Extra omnes (cioè il «fuori tutti» quelli che non sono autorizzati a restare in Conclave) e prima di iniziare il primo scrutinio, gli elettori ascolteranno una meditazione del card. Raniero Cantalamessa, al termine della quale anch’egli, ultraottantenne, dovrà uscire.
Voto segreto
Gli emendamenti introdotti da Benedetto XVI alla Universi Dominici Gregis stabiliscono che sia sempre necessaria la maggioranza dei due terzi dei suffragi – espressi unicamente a scrutinio segreto – perché l’elezione del nuovo papa sia valida.
L’avvenuta elezione, preceduta dalla necessaria e libera accettazione da parte dell’eletto, sarà annunciata all’esterno dalla celebre fumata bianca, che esce dal comignolo della Sistina collegato alla stufa nella quale dopo ogni scrutinio vengono bruciate le schede. Per confermare che la fumata è bianca le campane della basilica di San Pietro suoneranno a festa. Dopodiché il cardinale protodiacono – il francese Dominique Mamberti (salvo che non sia lui il nuovo papa) – si affaccerà dalla loggia delle benedizioni per annunciare, con grande gioia (Annuntio vobis gaudium magnum!), il nome del cardinale eletto insieme a quello che si è scelto come vescovo di Roma.
Per i media il patriarca latino di Gerusalemme è tra i papabili
Nonostante il passare dei secoli e il mutare delle sensibilità, il conclave resta un momento nel quale la Chiesa attira su di sé l’attenzione del mondo intero. I grandi media internazionali dislocano a Roma i propri inviati per seguire, con curiosità e minore o maggiore perizia, gli eventi che accadono tra la morte del papa e l’elezione del successore.
Tutti si lanciano in previsioni e sfoderano rose di candidati ritenuti favoriti. Non è un mistero che tra costoro vi sia, stavolta, anche il patriarca latino di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, che ha compiuto 60 anni proprio il giorno della morte di papa Francesco.
La creatività dei cardinali elettori
Sono previsioni – scommesse – che valgono fino a un certo punto. I giornalisti non votano in conclave e i cardinali, in quella sede, sanno essere creativi e, talvolta, spiazzare ogni previsione. Basti pensare al secondo Conclave del 1978 che portò alla scelta dell’arcivescovo di Cracovia Karol Wojtyła, che tutti avremmo chiamato da lì in poi Giovanni Paolo II.
A noi converrà, allora, partire da dove abbiamo iniziato: l’esortazione a pregare per i cardinali e a vivere tutti insieme questo momento come un evento di grazia per la Chiesa e – speriamolo – per tutti i popoli del mondo alla quale il Signore Gesù l’ha inviata.
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