
La scomparsa di papa Francesco è rimbalzata anche sui media di molte nazioni arabe o a maggioranza musulmana, che le hanno dedicato editoriali o pezzi di cronaca. Il pontificato di Bergoglio viene letto con benevolenza.
(f.p.) – Gli organi di informazione arabi hanno accolto la notizia della scomparsa di papa Francesco sottolineando soprattutto il suo ruolo di promotore del dialogo interreligioso e dei valori umani universali. Il sito della Fondazione Oasis, impegnata nella conoscenza del mondo musulmano e nel dialogo islamo-cristiano, ha esaminato le reazioni su vari organi di stampa in lingua araba.
Al-Jazeera, il network con sede in Qatar e noto in tutto il mondo, ha dedicato due editoriali alla figura del papa defunto; uno l’editoriale pubblicato sul giornale panarabo Al-Quds al-‘Arabi, che ha sede a Londra. «Morte di papa Francesco: la Chiesa perde il suo equilibrista in Medio Oriente», titola quest’ultima testata, ricordando il ruolo che Francesco ha giocato in Medio Oriente durante il suo pontificato: «La storia lo ricorderà come il Papa che, nel 2015, ha riconosciuto lo Stato di Palestina, con una mossa che ha fatto infuriare Israele. L’anno prima Papa Francesco aveva preparato il terreno con il suo viaggio in Terra Santa, quando si fermò in prossimità del muro di separazione a Betlemme, appoggiandovi la fronte in un gesto simbolico potente, che fu descritto come una “preghiera contro l’occupazione”».
Un uomo dialogante
Da più parti è stato sottolineato l’impegno di papa Bergoglio verso i musulmani, ricordando in particolare i suoi viaggi apostolici nei Paesi a maggioranza islamica e la firma ad Abu Dhabi del Documento sulla Fratellanza umana nel 2019, con il Grande imam della moschea-università di al-Azhar, Ahmed al-Tayyeb. Questo specialmente dai mass media degli Emirati Arabi Uniti.
«Gli Emirati piangono la scomparsa di un’icona dell’umanità», ha titolato al-‘Ayn al-Ikhbariyya. Francesco «ha fatto rivivere il valore della tolleranza culturale, in un’epoca in cui tutti uccidono tutti in nome della religione»; «ha chiesto la fine della guerra israeliana contro il popolo di Gaza, al punto da provocare la destra israeliana»; non ha avuto paura di visitare regioni instabili come l’Iraq, «dimostrando che il suo messaggio era rivolto al popolo e non era un esercizio di propaganda politica o mediatica». Il lascito del Papa è l’insegnamento secondo cui «la forza umana non si costruisce uccidendo il diverso, ma attraverso la tolleranza e la convivenza, e la vera forza risiede nella diversità. L’umanità che si fonda sull’uccisione e sulla distruzione è destinata a continuare a cercare vendetta», conclude l’articolo.
Sul quotidiano emiratino al–Ittihad, Mohammad Sammak – co-segretario generale del Comitato per il dialogo interreligioso libanese – scrive che papa Francesco ha elevato il suo papato a riferimento per tutta l’umanità, incarnando nella pratica il principio per cui «l’uomo non è al servizio della religione, ma la religione è al servizio dell’umanità».
«Papa Francesco… la scomparsa di un amico degli arabi e dei musulmani», titola il quotidiano panarabo di proprietà saudita al-Sharq al-Awsat, rendendo omaggio al pontefice scomparso e al ruolo fondamentale da lui svolto nel promuovere la riconciliazione e il dialogo tra cristiani e musulmani. Il giornalista egiziano Emile Amin ne celebra il ricordo soffermandosi sul nome scelto da Bergoglio al momento della sua elezione: Francesco, in omaggio al santo di Assisi, «il primo a instaurare il dialogo islamo-cristiano otto secoli fa», quando nel 1219 incontrò il sultano al Malik al-Kamil in Egitto.
Altri media si sono concentrati su aspetti specifici del suo pontificato: al-Nahar e la piattaforma d’informazione Asasmedia, entrambi libanesi, hanno ripercorso le principali riforme promosse da Francesco all’interno della Chiesa. Il Libano, il Paese arabo con la maggiore componente cristiana, ha annunciato tre giorni di lutto nazionale.
La rivista saudita al-Majallah ha spiegato il funzionamento della struttura gerarchica della Chiesa e del conclave, in vista dell’elezione del suo successore.
I media egiziani riferiscono le espressioni del grande imam di al-Azhar, Ahmed al-Tayyeb, che in un passaggio del suo omaggio a Bergoglio, afferma che egli è stato un simbolo eccezionale di umanitarismo, che non ha risparmiato alcuno sforzo per sostenere la causa della dignità umana.
Oltre i confini del mondo arabo
Ampie cronache sulla scomparsa di papa Francesco, la sua biografia, i funerali e l’imminente conclave si trovano pure su testate di grandi Paesi non arabi ma a maggioranza musulmana, come il quotidiano turco Hurriyet, nella versione inglese online, che riferisce delle condoglianze del presidente turco. Recep Tayyip Erdoğan sottolinea come «[il Papa] abbia preso l’iniziativa dinanzi a tragedie umanitarie, specialmente la questione palestinese e il genocidio a Gaza».
Il quotidiano pakistano Dawn oltre a riportare i messaggi di condoglianze delle principali autorità politiche del Paese dà conto di una dichiarazione della Premio Nobel per la pace Malala Yousafzai, che esprime la speranza che «la compassione e gli sforzi di papa Francesco per attirare l’attenzione del mondo sui bisogni dei poveri e degli emarginati continuino a ispirare le persone».
L’iracheno Shafaq News, riferisce le condoglianze espresse dalla massima autorità dello sciismo in Iraq, l’ayatollah Ali al-Sistani, che accolse nel 2021 papa Francesco nella sua casa a Najaf. Ricorda quell’incontro come un «momento chiave» nell’affermare valori religiosi condivisi e il bisogno di affrontare le sfide globali attraverso i principi morali e la cooperazione tra fedi. Al Sistani ha espresso le sue condoglianze ai cattolici di tutto il mondo e ha pregato «per le benedizioni di Dio e la pace su tutta l’umanità».