
I cristiani di Terra Santa pregano, con gratitudine, per papa Francesco. Una messa in suffragio sarà celebrata al Santo Sepolcro mercoledì 23 aprile. La partecipazione al lutto del patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I.
(g.s.) – Anche i cristiani della Terra Santa si uniscono al cordoglio dei cattolici di Roma e del mondo intero per la morte di papa Francesco, avvenuta questa mattina, 21 aprile 2025.
Il patriarca latino di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa – che in qualità di cardinale sarà chiamato a prendere parte al conclave per l’elezione del successore di papa Bergoglio –, in un messaggio video diffuso nel pomeriggio del 21 aprile sottolinea che Dio Padre ha voluto chiamare a sé papa Francesco proprio mentre la Chiesa celebra la Pasqua (festa che nella liturgia si prolunga per otto giorni). «Proprio mentre celebriamo la risurrezione, il trionfo della vita e dell’amore – sottolinea il card. Pizzaballa – papa Francesco è stato chiamato a vedere il volto di Dio. Tutti noi aspettiamo di poter godere in pienezza del volto di Dio, che è al centro della nostra vita e dei nostri desideri».
Per papa Francesco messe in suffragio a Gerusalemme
Il patriarca presiederà una solenne messa in suffragio del Papa defunto alle 10.00 di mercoledì 23 aprile nella basilica del Santo Sepolcro, a Gerusalemme. Successivamente, martedì 29 aprile alle 17.00, anche i frati minori della Custodia di Terra Santa celebreranno una messa per papa Francesco nella chiesa parrocchiale di San Salvatore, in città vecchia.
Anche il patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme, Theophilos III, ha espresso il suo cordoglio in un comunicato diffuso poche ore dopo la notizia della morte del vescovo di Roma.
Theophilos III: «Testimone della misericordia di Cristo»
«La vita di Papa Francesco – scrive il patriarca – è stata una luminosa testimonianza del Vangelo, [e lui] un testimone instancabile della sconfinata misericordia di Cristo, un saldo difensore dei poveri e un faro di pace e riconciliazione tra tutti i popoli. Secondo la chiamata del Signore: “Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio” (Vangelo di Matteo 5,9)».
«Anche nella fragilità e nella sofferenza – prosegue Theophilos –, il defunto Santo Padre ha rivelato la forza del vero discepolato, abbracciando la Croce con umiltà e speranza, insegnando che la vita del cristiano è un amore sacrificale. Le sue ultime volontà, per un funerale caratterizzato da semplicità e fede, riflettono la devozione della sua anima al Cristo Risorto e alla Chiesa come umile gregge di credenti, non come regno mondano. (…) Che il ricordo di Papa Francesco sia eterno e che il suo spirito di amore, giustizia e pace continui a ispirare molti leader spirituali e laici per le generazioni a venire».
Bartolomeo I: «Un prezioso fratello in Cristo»
Da Istanbul giungono anche le espressioni di partecipazione al lutto del patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I che con papa Bergoglio aveva un forte legame personale e una comune sensibilità su temi come l’ecumenismo (i due furono insieme pellegrini a Gerusalemme nel maggio 2014) e la cura e custodia del creato.
«Nel clima di grande gioia pasquale – ha scritto ieri il patriarca ecumenico –, questa mattina, lunedì della settimana di Pasqua, è giunta la triste notizia della morte di papa Francesco. Un prezioso fratello in Cristo, con il quale, fin dal primo momento della sua ascesa al soglio pontificio, abbiamo avuto un’amicizia fraterna e una collaborazione per il bene delle nostre Chiese e per un più stretto riavvicinamento delle nostre Chiese a beneficio dell’umanità. Durante questi 12 anni della sua missione, è stato un amico fedele, un compagno e un sostenitore del Patriarcato ecumenico. Un sincero amico dell’Ortodossia, un sincero amico dei fratelli più umili del Signore, per i quali spesso parlava, agiva e lavava loro i piedi. Ha lasciato un esempio di autentica umiltà e amore fraterno».
Bartolomeo ricorda il pellegrinaggio in Terra Santa del 2014 e il prossimo incontro tra papa Francesco e il patriarca che avrebbe dovuto svolgersi a maggio in Turchia, per i 1.700 anni dal concilio di Nicea. «Era entusiasta» per quell’opportunità, rammenta Bartolomeo. Disse: «”Una grande proposta”. Speriamo di essere in buona salute e di poter compiere questo pellegrinaggio a Nicea. Altrimenti, se il Signore non lo permetterà, i nostri successori…». «Preghiamo – conclude Bartolomeo I – affinché il Signore della vita e della morte lo ricompensi per i suoi numerosi sforzi per la Chiesa e per l’umanità e susciti sul trono di San Pietro un degno successore, che abbracci e faccia proprie le visioni di Papa Francesco e continui la sua preziosa opera per tutta l’umanità, specialmente per il cristianesimo e ancora più specificatamente per il riavvicinamento delle nostre Chiese sorelle, con l’obiettivo finale del loro pieno incontro nel calice comune. Un ricordo perenne, fratello papa Francesco!».
Gli ordinari cattolici: «Instancabile annunciatore di pace e fraternità»
È di oggi, 22 aprile, l’omaggio dell’Assemblea degli ordinari cattolici di Terra Santa. Nel suo messaggio richiama alcuni temi salienti del pontificato bergogliano.
Papa Francesco – leggiamo nel testo – «ha incoraggiato la Chiesa a “proseguire con gioia, fedeltà ed entusiasmo, sperimentando la ricchezza della misericordia di Dio” (Misericordia et misera, 5). Ci ha messo in guardia dal fatto che “il grande pericolo del mondo attuale, pervaso dal consumismo, è la desolazione e l’angoscia che nascono da un cuore comodo ma avido, dalla ricerca febbrile di piaceri superficiali e da una coscienza intorpidita”», mentre «“la gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita di coloro che si incontrano con Gesù” (Evangelii Gaudium, 1-2]».
Di papa Bergoglio si menzionano i numerosi viaggi apostolici, durante i quali «è stato un instancabile annunciatore di pace e fraternità» e il suo sprone alla Chiesa «a percorrere senza paura la via della sinodalità». Di lui si ricorda «con gratitudine l’amore che ha mostrato per la Terra Santa e i suoi abitanti durante la sua visita apostolica nel 2014» e, infine, nuovamente il suo impegno per la pace: «Durante la violenta guerra scoppiata nell’ottobre 2023, Papa Francesco ha manifestato in molti modi la sua vicinanza a tutti coloro che soffrono in questa Terra, in particolare ai cristiani della nostra parrocchia di Gaza, che chiamava quotidianamente al telefono. Papa Francesco ha guidato la Chiesa verso l’Anno Giubilare 2025 con le parole dell’apostolo: “la speranza non delude” (Lettera ai Romani 5,5), incoraggiandoci a essere pellegrini di speranza, in un mondo in cui camminiamo tra gioie e dolori».