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Il Paese perduto

Laura Silvia Battaglia
16 marzo 2023
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Il Paese perduto
Sana’a, prima della guerra. Una veduta della animata piazza di Baab al-Mandab, ingresso della città vecchia. (foto L.S. Battaglia)

È una guerra taciuta, quella in Yemen, anche perché è campo di battaglia tra potenze regionali che mirano a sfruttare un Paese dalle coste strategiche per il controllo dei mari e dall’abbondanza di beni energetici.


La chiamano «la guerra dimenticata», ma è piuttosto una guerra taciuta: perché non ci sono testimoni e, quei pochi – giornalisti, attivisti – vengono arrestati, torturati, avvelenati, fatti saltare in aria da autobombe o muoiono sotto bombardamenti mirati. Ed è una guerra taciuta anche perché è campo di battaglia tra potenze regionali – Arabia Saudita, Iran, Emirati Arabi Uniti e, in misura minore, Egitto, Sudan, Kuwait, Qatar, Turchia, Oman – che profittano di rivalità e separatismi locali per sfruttare un Paese dalle coste strategiche per il controllo dei mari e dall’abbondanza di beni energetici non ancora pienamente esplorati. Intanto, dal marzo 2015 sono trascorsi ben otto anni e, nonostante più di sei mesi di tregua tra le parti in lotta nel 2022, si è tornati a uno stato di belligeranza, utile a fare crescere inflazione, mercato nero, povertà sempre più diffusa, estremismi ideologici, e nuove generazioni pronte all’odio e al combattimento. In un Paese dove la natalità è sempre in crescita, la mortalità altissima e le prospettive di vita molto basse, è oggi difficile riconoscere ciò che lo Yemen è stato prima del 2014: una culla di civiltà millenarie e convivenze religiose, uno dei luoghi più belli del mondo, con una compenetrazione rarissima tra paesaggio naturale e paesaggio umano, un Paese con una forte coscienza nazionale finalmente unificato. Qualsiasi cosa lo Yemen sarà dopo la guerra, non sarà più un solo Yemen e sarà sempre più difficile comprenderlo.

(Queste righe sono l’Introduzione al Dossier al centro della rivista Terrasanta)

 

Il sommario del Dossier:

Alle origini del conflitto

Tra gli ultimi ebrei di Sana’a

Cristiani, una fede vissuta pericolosamente

Una tragedia senza fine

Le mani sulle città. Intervista a Marco Livadiotti

Sana’a? Una città che sprofonda nel fango

 

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