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A piedi alla ricerca di Dio, una storia cristiana

Manuela Borraccino
9 febbraio 2022
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A piedi alla ricerca di Dio, una storia cristiana

Una potente ricostruzione di storia del cristianesimo intrecciata alla storia sociale dell’arte, a quella dell’identità cristiana dell’Europa e al rapporto con la civiltà islamica nel saggio dedicato da Paolo Cozzo al pellegrinaggio cristiano.


Negli ultimi tempi, fino allo scoppio della pandemia di Covid-19, i luoghi di culto attiravano circa 330 milioni di visitatori all’anno (un terzo dei turisti del pianeta) secondo l’Organizzazione mondiale del turismo: erano circa 200 milioni – 80 dei quali cristiani – coloro che intraprendevano dei pellegrinaggi. I santuari di Lourdes e Fatima in Europa sono stati visitati fino al 2019 da 20 milioni di persone all’anno; altrettanti sono stati i fedeli che hanno partecipato all’ultimo Giubileo a Roma, quello della misericordia del 2016 (erano stati 25 nel 2000). Il Cammino di Santiago è stato percorso nel 2018 da 300mila persone. I numeri imponenti di oggi rendono solo in parte ragione di un fenomeno, quello della peregrinatio, ovvero dell’andare «stranieri o forestieri per gli altrui Paesi» in cerca di Dio e dei suoi intercessori, che per secoli ha attraversato la storia del cristianesimo.

Come è nato e si è consolidato il rapporto fra l’oggetto sacro (le reliquie), lo spazio fisico (la tomba) e la ricerca di luoghi «speciali» segnati dalla presenza percepita del divino? Che ruolo hanno giocato nel primo millennio Roma, Gerusalemme e Costantinopoli nel processo di «localizzazione del sacro»? Com’è avvenuta l’ascesa di nuovi percorsi devozionali come quello verso Santiago a partire dal IX secolo, e con quali effetti sulla costruzione della civiltà europea? Lo storico del cristianesimo Paolo Cozzo prende le mosse da queste e molte altre domande nel saggio In Cammino. Una storia del pellegrinaggio cristiano (Carocci, 2021): una potente ricostruzione di storia sociale del cristianesimo, densa di storie e intuizioni sulle trasformazioni che il culto e l’iconografia cristiane, la ricerca e la custodia di reliquie, la fruizione del sacro hanno conosciuto in duemila anni.

La riscoperta delle vie della fede, come raccontiamo nell’ultimo numero speciale della rivista Terrasanta, vive da anni un’inarrestabile ascesa. La «sacralizzazione dello spazio», puntualizza Cozzo, si mise in moto solo a partire dal III secolo. Nei primi due secoli dopo la vicenda terrena di Gesù i cristiani concepivano infatti il contatto con Dio «come un’esperienza atemporale e svincolata da qualsiasi rapporto con la fisicità e la spazialità». Ancora di più dopo la drammatica distruzione del Tempio di Gerusalemme nel 70 d.C. da parte dei romani, i cristiani delle origini si distinsero dai popoli pagani per la semplicità e la purezza del loro approccio verso il sacro.

Furono le crescenti persecuzioni, la convinzione che la fine dei tempi fosse vicina, l’esempio del martirio dei primi «testimoni» e la fiducia nel loro potere di intercedere presso il Padre, che fecero sorgere il bisogno di stabilire un contatto con chi aveva già percorso fino all’ultimo il cammino di salvezza. Così già alla fine del II secolo i cristiani conoscevano quei luoghi sul colle Vaticano e sull’Ostiense dove erano custoditi «i trofei degli apostoli», ovvero le sepolture di Pietro e Paolo. Centinaia di altri luoghi in tutto il Mediterraneo nel corso del primo millennio sarebbero stati percepiti come loca sancta, via via che si infittiva la schiera e la fama di santità degli «amici di Dio». Lo dimostrò ad esempio l’affermazione di uno dei più noti luoghi di culto dell’antichità, ovvero il santuario di Tours, la città delle Gallie dove erano sepolte le spoglie del vescovo Martino (morto nel 397) venerate dai fedeli per la fama di guarigioni, prodigi ed esorcismi. A maggior ragione sorsero ovunque spazi ritenuti speciali per ciò che custodivano o ricordavano dopo che l’avvento dell’islam nel VII secolo infranse l’antica unità mediterranea dell’orbe romano-cristiano, facendo emergere due mondi sempre più distanti e separati.

Devozione, ex voto, desiderio di terminare l’esperienza terrena in un luogo ritenuto santo, espiare una colpa: diverse erano le motivazioni che spingevano ricchi e poveri, nobili matrone e monaci a mettersi in marcia verso Gerusalemme o Santiago de Compostela o Canterbury passando per Roma e innumerevoli altri santuari. Prima da soli e sempre più spesso in gruppo. Percorsi individuali e collettivi che attraversarono snodi cruciali, come le Crociate, la rilevanza conferita da san Francesco ad Assisi (pari se non superiore a quella di san Nicola a Bari), l’indizione del Giubileo nel 1300 da parte di Bonifacio VIII e, più tardi, lo scisma della Riforma protestante nel 1517. Anche a quest’ultimo evento si deve l’accelerazione di un fenomeno sorto secoli prima, ovvero il crescente culto della Vergine Maria, divenuta insieme a Pietro la colonna portante della Chiesa e il proliferare di santuari dedicati alla Madre di Dio.

Ripercorrendo moltissime vicende e diari di viaggio, l’autore di questo saggio dipana la fitta trama di fili intrecciati che ha legato i credenti di tutti i tempi alla Terra Santa come «paesaggio narrato», memoria fisica e topografica dei Luoghi Santi. Fino a quando il progetto concepito nel 1480 dal frate Bernardino Caimi sullo sperone roccioso che sovrasta Varallo Sesia divenne così famoso da ispirare una nuova generazione di santuari nelle Alpi occidentali: dal 2003 i nove Sacri Monti sorti fra la fine del XV e il XVIII secolo tra Piemonte e Lombardia sono stati inseriti dall’Unesco nella lista del Patrimonio mondiale dell’Umanità.

Giungiamo infine al pellegrinaggio contemporaneo, con caratteristiche nuove rispetto al passato, ma che continuano a conferire vitalità, senso religioso e significato sociale a questa esperienza. Un viaggio affascinante, molto ben raccontato, che non manca di svelare aneddoti del confronto ininterrotto del cristianesimo con la tradizione ebraica e con il mondo islamico.


Paolo Cozzo
In cammino
Una storia del pellegrinaggio cristiano

Carocci Editore, 2021
pp. 287 – 21,00 euro

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