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Cattolici e ortodossi verso una data di Pasqua comune?

Christophe Lafontaine
23 marzo 2021
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Cattolici e ortodossi verso una data di Pasqua comune?
La basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme, luogo della resurrezione. (foto Flash90)

Un arcivescovo ortodosso chiede ai cristiani di celebrare insieme la Pasqua a partire dal 2025, anno del 1.700esimo anniversario del primo Concilio ecumenico di Nicea (325). Il Vaticano è a favore dell’idea, ma avverte che non sarà facile.


Una data unica per la Pasqua come segno di unità dei cristiani. L’idea ha appena ricevuto un nuovo impulso. Come ha riferito il 9 marzo l’agenzia cattolica tedesca Kna, arriva dall’arcivescovo ortodosso Job Getcha di Telmessos, capo della Missione permanente del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli presso il Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec).

La differenza nelle date di Pasqua è uno dei tanti segni di divisione tra i cristiani. Cattolici e protestanti seguono il calendario gregoriano e gli ortodossi il calendario giuliano. Quest’anno, perciò, i cattolici celebreranno la Pasqua il 4 aprile e gli ortodossi il 2 maggio. Può tuttavia aver luogo una celebrazione simultanea della Pasqua per i capricci dei calendari: negli ultimi anni è accaduto nel 2007, 2010, 2011, 2014 e 2017.

Per dare concretezza alla sua proposta, l’arcivescovo ortodosso Job di Telmessos ritiene che il 2025, anno che segnerà il 1.700esimo anniversario del primo Concilio ecumenico di Nicea, sia «un buon anno per educare i cristiani alla necessità di una riforma del calendario e di una comune data di Pasqua». Tanto più che nel 2025 la Pasqua cadrà lo stesso giorno, il 20 aprile, per tutti i cristiani.

Una fede, due calendari

Al Concilio di Nicea del 325 fu introdotta una data di Pasqua comune alle Chiese cristiane. Fu quindi stabilito che la festa di Pasqua dovesse essere celebrata da tutti i cristiani la domenica successiva al primo plenilunio che si verifica durante o dopo l’equinozio di primavera. Secondo questa regola, la Pasqua può quindi occupare, a seconda dell’anno, trentacinque posizioni nel calendario, tra il 22 marzo e il 25 aprile compresi.

La difficoltà è sorta più tardi, quando papa Gregorio XIII volle la riforma del calendario – il calendario gregoriano. Questo calendario, introdotto nel 1582, è il più comune nelle Chiese occidentali, mentre i cristiani ortodossi usano il calendario giuliano creato da Giulio Cesare intorno al 45 a.C. Il calendario giuliano calcola un anno leggermente più lungo, e quindi è attualmente 13 giorni indietro rispetto al calendario gregoriano.

Il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani, ha sottolineato come la Pasqua sia la festa più grande dei cristiani. «Sarebbe quindi un segno molto bello e importante – ha detto – se noi cristiani avessimo una data comune per questa festa». Ha anche affermato che l’anniversario del Concilio di Nicea sarebbe «una buona occasione», ricordando che quel Concilio si impegnò a fondo per una data pasquale comune a partire dal IV secolo.

Il Papa sarebbe pronto a compromessi

Il responsabile vaticano per l’ecumenismo, tuttavia, ha riconosciuto che «non sarà facile concordare una data comune della Pasqua, ma vale la pena lavorarci». Finora, infatti, tutti gli sforzi non hanno avuto successo. Il più recente è stato fatto dal Consiglio ecumenico delle Chiese che, nel 1997, in un incontro tenuto ad Aleppo in Siria, propose una riforma del metodo di determinazione della data della Pasqua. Quella riforma, rimasta inascoltata, avrebbe permesso di eliminare la differenza di date tra le Chiese occidentali e orientali.

D’altra parte, secondo il cardinale, fissare la Pasqua in una domenica stabilita in modo arbitrario difficilmente avrebbe senso: «Se si volesse stabilire ora una data fissa, ad esempio la seconda domenica di aprile, si dovrebbe però anche prestare attenzione alle radici ebraiche. Cristo, infatti, è morto il giorno del pasto della Pasqua ebraica, secondo san Giovanni Evangelista, e la Pasqua ebraica è sempre fissata il giorno della prima luna piena che cade dopo l’equinozio di primavera.

Alla radio vaticana, il cardinale Koch ha detto che il papa sarebbe pronto a fare delle concessioni, non nascondendo una preoccupazione legata alle famiglie nate da matrimoni misti tra cattolici, ortodossi e protestanti, in cui uno dei genitori può celebrare la risurrezione mentre l’altro è ancora nel mezzo della quaresima. Oltre a papa Francesco, il cardinale Koch ha ricordato che anche il papa copto ortodosso Tawadros II si è impegnato per l’unificazione della data di Pasqua.


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