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Le acque del lago di Tiberiade ai livelli più alti degli ultimi anni

Claire Riobé
24 aprile 2020
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Dopo anni di preoccupante calo, la maggiore fonte d’acqua dolce di Israele è tornata a livelli inattesi. Piogge abbondanti e sensibilità ecologica possono salvare il lago di Tiberiade?


Può forse sorprendere, ma in Terra Santa è un’informazione di primaria importanza, tema di discussione come la temperatura del giorno o l’andamento del dollaro. E c’è un motivo: il lago di Tiberiade è la principale risorsa d’acqua dolce di Israele. Da qualche mese il suo livello sta risalendo fino a raggiungere un’altezza mai raggiunta negli ultimi sedici anni.
Situato in Galilea, il lago è un bacino di circa 160 chilometri quadrati. Simbolo religioso per i cristiani, luogo di pellegrinaggio per gli ebrei, resta per tutti una riserva idrica strategica, che fornisce di acqua dolce i centri della regione e permette l’irrigazione di molte colture. Una risorsa vitale della quale si è spesso abusato negli ultimi anni, al punto che nel 2017 e 2018 il lago, che si trova molto al di sotto del livello del mare, ha raggiunto il livello storicamente più basso: -214 metri.
Sotto accusa è soprattutto la produzione agricola delle banane che richiede grandi quantità d’acqua. Fino a una ventina di anni fa, le autorità israeliane pompavano dal lago 400 milioni di metri cubi all’anno, così il lago è sceso fino a un livello, chiamato «linea nera» di –214,87 metri. Sono poi seguiti cinque anni di scarse precipitazioni in Israele, con inverni particolarmente aridi. Oltre ai prelievi abusivi e le condizioni meteorologiche difficili, la crescita demografica del Paese è un altro fattore che ha provocato una diminuzione di livello negli ultimi anni di un centimetro al giorno.

Una questione umana ed ecologica

Questa enorme diminuzione del livello delle acque influisce direttamente sull’ambiente naturale e preoccupa le organizzazioni ecologiste locali. Provoca un aumento della salinità e mette in pericolo gli esseri viventi del lago. Inoltre lo Stato israeliano ha installato cinque impianti di dissalazione per rispondere ai bisogni di acqua potabile della popolazione. Attualmente il 70 per cento dell’acqua consumata proviene da questi impianti, ma si tratta di un’acqua povera di magnesio. Oggi lo Stato limita il prelievo da 20 a 40 milioni di metri cubi all’anno, dieci volte meno che negli anni 2000, e ha lanciato diverse campagne contro lo spreco di acqua.

Tuttavia, i due inverni piovosi che ha conosciuto la regione nel 2019 e 2020 fanno sperare per il meglio. Le piogge fanno risalire il livello del lago lentamente, ma in maniera certa. A gennaio 2020 il livello era salito di oltre tre metri e lo scioglimento delle nevi in primavera sulle cime del Golan contribuirà ancora di più ad alimentare il bacino. A metà aprile, per la prima volta dal 1992, il lago ha superato -209 metri sul livello del mare. Inoltre, nella settimana della Pasqua ebraica, i prelievi con le pompe si sono interrotti. Infatti, l’acqua del lago non è considerata kosher perché può contenere prodotti lievitati, vietati per l’occasione.

Ci si domanda se il lago sia davvero salvo. Restano i dubbi perché le piogge non bastano a rimediare a cinque anni di siccità, come ha ricordato l’Autorità israeliana competente. Ma è grande la gioia tra la popolazione, poco abituata allo spettacolo del lago pieno fino all’orlo.

Clicca qui per un servizio video del Christian Media Center.

Ultimo aggiornamento: 14/05/2020 17:18

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