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Vacanze a Damasco

Fulvio Scaglione
27 novembre 2019
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Alcuni operatori turistici russi hanno ripreso a proporre ai loro clienti la Siria come destinazione per le vacanze. Sono però ancora poche centinaia i russi disposti a correre qualche rischio. Presto potrebbero arrivare fiumi di cinesi.


Duemila dollari più il costo del volo aereo per otto giorni da turisti in Siria, girando le maggiori città comprese Damasco, Aleppo e Palmira. È questa la proposta lanciata da due agenzie russe, Kilimanjaro e Miracle Tours, a quanto pare disposte a sfidare il buon senso, la prudenza e anche gli ammonimenti delle autorità, compresi quelli dell’Agenzia federale russa per il turismo che ha invitato a sospendere qualunque viaggio «fino a quando la situazione non sarà normalizzata». L’agenzia Kilimanjaro, che aveva realizzato un primo tour nell’ottobre scorso e ne programmava un secondo per l’aprile 2020, ha ritirato l’offerta. La Miracle, invece, ha mantenuto i piani per un viaggio di gruppo che dovrebbe aver luogo nel marzo 2020.

Il prezzo è alto, soprattutto per un Paese in cui, dicono le statistiche, il salario medio sta intorno ai 750 dollari al mese, con punte intorno ai 1.200 dollari nella regione di Mosca. E le condizioni potrebbero non essere sempre agevoli, in un Paese come la Siria. Gli stranieri si muovono in relativa sicurezza ma i russi, evidentemente, non sono stranieri come gli altri, visto il ruolo decisivo che le loro forze armate hanno avuto nel rovesciare le sorti della guerra a favore del presidente Bashar al-Assad. Nonostante questo, nel 2019, come riporta il quotidiano Kommersant Daily sulla base dei dati forniti dal servizio doganale, già 334 russi hanno fatto «vacanze» in Siria, il triplo di quanti avevano osato nel 2018. E gli esperti del settore turistico prevedono che si possano contare in migliaia già a partire dai prossimi anni.

Stiamo parlando di numeri ancora piccoli ma il turismo, che prima del 2011 e dell’inizio della guerra, era una risorsa importante per la Siria, potrebbe in tempi brevi diventare anche uno strumento di iniziativa politica da parte dei Paesi che non hanno mai condiviso l’ostracismo nei confronti di Assad. Della Russia, e del suo atteggiamento prudente, abbiamo detto. Si attende ora la Cina, che da molti anni usa i flussi turistici come termometro dello stato dei rapporti con altri Paesi.

Si calcola che entro il 2020 ben 190 milioni di cinesi viaggeranno all’estero, spendendo 350 miliardi di dollari. Lo faranno nei Paesi che hanno ricevuto l’Approved Destination Status (Ads), una specie di «certificato di garanzia» che il governo cinese può ritirare a piacimento. In Medio Oriente la Siria, a dispetto di tutte le difficoltà, è uno dei Paesi con l’Ads e coltiva l’ambizione di inserirsi prima o poi nel circuito turistico che Pechino cerca di promuovere in corrispondenza con i piani per la nuova Via della Seta. I circa 400 mila turisti cinesi arrivati in Turchia nel 2018 e i circa 100 mila che hanno visitato l’Iran autorizzano (senza fretta) qualche speranza.


 

Perché Babylon

Babilonia è stata allo stesso tempo una delle più grandi capitali dell’antichità e, con le mura che ispirarono il racconto biblico della Torre di Babele, anche il simbolo del caos e del declino. Una straordinaria metafora del Medio Oriente di ieri e di oggi, in perenne oscillazione tra grandezza e caos, tra civiltà e barbarie, tra sviluppo e declino. Proveremo, qui, a raccontare questa complessità e a trovare, nel mare degli eventi, qualche traccia di ordine e continuità.

Fulvio Scaglione, nato nel 1957, giornalista professionista dal 1981, è stato dal 2000 al 2016 vice direttore di Famiglia Cristiana. Già corrispondente da Mosca, si è occupato in particolare della Russia post-sovietica e del Medio Oriente. Ha scritto i seguenti libri: Bye Bye Baghdad (Fratelli Frilli Editori, 2003), La Russia è tornata (Boroli Editore, 2005), I cristiani e il Medio Oriente (Edizioni San Paolo, 2008), Il patto con il diavolo (Rizzoli, 2016). Prova a raccontare la politica estera anche in un blog personale: www.fulvioscaglione.com

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