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Il «sì, ma» dei maroniti al matrimonio civile in Libano

Christople Lafontaine
27 febbraio 2019
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Il «sì, ma» dei maroniti al matrimonio civile in Libano
Si riaccende il dibattito sulle nozze civili in Libano. (foto Rajasrour)

A Beirut un ministro del nuovo governo si dice favorevole ad introdurre nell'ordinamento il matrimonio civile, fin qui inesistente. Reazioni contrastanti tra le autorità religiose musulmane e cristiane.


In Libano il matrimonio civile non esiste. Così come in molti altri Paesi della regione, vengono riconosciute solo le nozze celebrate con rito religioso. Il Paese dei cedri – che è una comunità, e uno Stato, multiconfessionale – non ha un diritto di famiglia unico e applicabile indistintamente a tutti i cittadini. È la comunità religiosa a cui gli individui fanno riferimento a normare le questioni del matrimonio, del divorzio, della custodia dei figli e dell’eredità. Spesso a favore degli uomini. Così, chi è critico verso questo sistema denuncia una duplice disuguaglianza di trattamento: tra uomini e donne, da una parte, e tra comunità diverse, dall’altra.

Nozze civili, c’è chi dice sì

In quest’ottica, la nuova ministra dell’Interno libanese, Raya Al Hassan, in un’intervista all’emittente televisiva Euronews, ha gettato un sasso nello stagno. «Personalmente, sono favorevole a un quadro normativo che regoli il matrimonio civile», ha detto il 15 febbraio scorso, affermando che optare per le nozze civili sarebbe facoltativo. «Cercherò di avviare un dialogo serio e profondo», ha detto la ministra, augurandosi di poterne discutere con le varie componenti religiose.

In Libano, per ora, solo i matrimoni religiosi, cristiani e musulmani, sono ammessi e registrati presso i tribunali di ciascuna delle 18 comunità religiose riconosciute. Da qui la difficoltà affrontata dalle coppie miste (con un coniuge musulmano e l’altro cristiano) che desiderano sposarsi senza che uno dei due debba per forza rinunciare alla propria religione.

Oggi come oggi, una volta celebrati all’estero, i matrimoni civili tra coniugi cristiani di diverse denominazioni vengono registrati negli archivi dello stato civile libanese. Ricorrono a questo stratagemma molte coppie (800 l’anno secondo stime del quotidiano L’Orient-Le Jour) che vanno a sposarsi nei Paesi vicini, come Cipro, Turchia, Grecia o addirittura Italia.

Contrari i religiosi musulmani

Nel dibattito avviato dalla ministra dell’Interno, la reazione dei musulmani è senza appello. «Rifiutiamo il matrimonio civile perché va contro la sharia», ha tagliato corto Dar el-Fatwa, la massima autorità musulmana sunnita nel Paese, citata da L’Orient-Le Jour. Per il religioso musulmano «il matrimonio civile è anche contrario alle disposizioni della Costituzione libanese, che all’articolo 9 riconosce alle comunità religiose il diritto di legiferare sullo status personale. Anche il Consiglio supremo islamico sciita ha espresso la propria opposizione.

Possibilista il patriarca maronita

Il progetto sembra ricevere migliore accoglienza dal patriarca Bechara Rai, capo della Chiesa maronita, la più consistente comunità cristiana del Libano. Secondo l’agenzia Fides il cardinale Rai, dopo un incontro del 22 febbraio con il presidente libanese Michel Aoun, ha detto di non essere «in assoluto» contrario a una legge che riconosca il matrimonio come un vincolo civile. Anzi, si è detto favorevole a nozze civili obbligatorie per tutti. «Non esistono norme facoltative – ha detto Rai –. La prima caratteristica di una legge è di essere vincolante per tutti. Renderla opzionale porterebbe il Paese a frammentarsi e comincerebbero ad emergere i problemi», osserva il patriarca, che auspica «un’unica legge civile valida per tutti i libanesi».

Se la normativa sul matrimonio civile dovesse essere adottata, il prelato maronita afferma che «sarà suo dovere spiegare ai cattolici maroniti che il matrimonio è uno dei sette sacramenti e che quindi va celebrato anche in chiesa se si vuole vivere in modo autenticamente cristiano».

Un cambiamento improbabile

Al momento l’ipotesi che il matrimonio civile in Libano sia reso obbligatorio rimane uno scenario molto improbabile. Anche se la questione del matrimonio civile non è considerata una priorità dal nuovo governo, non mancano i cittadini e le organizzazioni che continuano a chiederlo.

Nel 2013, il 51 per cento dei libanesi si espresse in favore del matrimonio civile. All’epoca, il ministero dell’Interno aveva alimentato una certa attesa registrando il primo matrimonio civile celebrato in Libano. Ancor prima, nel 1998, il progetto era sembrato sull’orlo del successo. Una proposta di legge che introduceva il matrimonio civile nel Paese era stata adottata dal Consiglio dei ministri, ma poi non se ne fece nulla a causa del suo rifiuto categorico delle autorità religiose. Del tema si dibatte da quasi 70 anni. La prima proposta di legge sul matrimonio civile facoltativo fu introdotta in Parlamento nel 1952.

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