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I nuovi orientamenti dell’Ordine del Santo Sepolcro

Christophe Lafontaine
10 maggio 2018
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I nuovi orientamenti dell’Ordine del Santo Sepolcro
Cavalieri dell'Ordine equestre del Santo Sepolcro in mantello (foto lpj)


A Roma il Grande Magistero dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro ha fatto il punto sui suoi progetti in Terra Santa. Come indicato il 2 maggio, una nuova strategia si delinea, in vista dell’Assemblea generale di novembre. 


Nove mesi dopo aver assunto ufficialmente le funzioni, il governatore generale dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme (Oessg), Leonardo Visconti di Modrone, intende «dare un nuovo orientamento» ai progetti che l’istituto di diritto pontificio porta avanti in Terra Santa. Progetti seguiti dal Grande Magistero – l’organismo centrale di governo dell’Ordine – che, a questo titolo, coordina l’aiuto complessivo dato alla diocesi del Patriarcato latino di Gerusalemme (90 mila fedeli cattolici in quasi 70 parrocchie di rito latino, in Palestina, Israele, Giordania e Cipro). Il Grande Magistero si riunisce due volte l’anno e nella recente riunione primaverile ha passato in rassegna per il 2017 la situazione in Terra Santa, le attività dell’Ordine e i progetti finanziati – terminati o in corso – come il seminario, le scuole cattoliche e le parrocchie.

Riguardo ai conti dello scorso anno, l’Ordine dichiara che «i contributi inviati in Terra Santa si mantengono allo stesso livello dell’anno precedente». Il sito riferisce che «il sostegno portato alla Terra Santa si avvicina ogni anno ai 10 milioni di euro». Malgrado ciò, nel 2017 le donazioni ricevute dal Grande Magistero hanno visto una riduzione (14,5 milioni, contro i 16,3 del 2016, che avevano rappresentato un record). Statunitensi, tedeschi e italiani sono i più generosi.

È stato annunciato che il debito del Patriarcato, legato specialmente all’Università di Madaba, comincerà a essere saldato nel 2020. A questo proposito la Fondazione vaticana San Giovanni Battista ha sottoscritto un prestito presso una banca svizzera, con la Segreteria di Stato della Santa Sede in veste di garante. D’altra parte «l’audit realizzato dalla società Deloitte è un punto d’appoggio essenziale in vista di nuove procedure operative e professionali che faciliteranno il controllo del deficit», riferisce La Croce di Gerusalemme, la rivista annuale del Grande Magistero pubblicata online la scorsa settimana. 

La riunione di primavera, oltre a occuparsi di aspetti finanziari, quest’anno ha avuto la particolarità di anticipare l’assemblea generale consulta») che l’Ordine terrà a Roma dal 13 al 16 novembre. Questo evento quinquennale è fondamentale nella vita dell’istituzione, in quanto le permetterà di «definirsi meglio» e di «comunicare meglio il suo messaggio e la sua missione», come ha scritto il Gran Maestro dell’Ordine, il cardinale Edwin O’Brien. In vista della consulta di novembre, sono infatti previsti nuovi statuti per adattare l’azione e i progetti dell’Ordine. 

«Rafforzare l’esistente»

La posta in gioco di questa assemblea generale è chiara e la riunione di aprile ha fornito alcune anticipazioni. In primo luogo, il governatore Visconti di Modrone ha annunciato che, sul piano dei progetti, «alla costruzione di edifici sarà privilegiata la formazione umana, in particolare attraverso il sostegno alla rete di scuole cattoliche del Patriarcato». È un proposito che segue alla lettera il desiderio della diocesi «di rafforzare l’esistente piuttosto che creare nuove strutture», come riferisce La Croce di Gerusalemme. A questo fa eco mons. Pierbattista Pizzaballa, Amministratore apostolico del Patriarcato latino, che ha sottolineato la volontà di un «miglior coordinamento delle scuole» e che ha insistito sull’importanza della catechesi. «Non siamo una ong. Ci importa formare cristianamente le future generazioni».

È importante notare che l’ambito educativo ha un forte peso finanziario, in quanto rappresenta i due terzi del bilancio del Patriarcato, responsabile di 41 scuole e 34 asili, che contano quasi 20 mila allievi e 1.500 dipendenti. Per quanto riguarda il personale docente, nel 2017 il Grande Magistero ha inviato 800 mila dollari al Patriarcato per assicurare un insegnamento cattolico di qualità. Nel 2018 lo sforzo sarà aumentato perché bisognerà contare le pensioni degli insegnanti che hanno lavorato per il Patriarcato.

L’Oessg privilegerà – già dal 2018 – una ventina dei cosiddetti «piccoli progetti» che corrispondono in totale a non meno di 300 mila euro e che hanno l’obiettivo di favorire la vicinanza tra i membri dell’Ordine e i cattolici della Terra Santa. Affiancano progetti più costosi, come ad esempio la messa a norma di una scuola materna ad Hashimi, in Giordania (701 mila dollari), l’ampliamento della scuola e della canonica di Jaffa di Nazareth, in Israele (1,7 milioni di dollari), o ancora la costruzione di una chiesa a Jubeiha, in Giordania, i cui lavori ammontano a quasi un milione di dollari. 

Comunicazione e reclutamento di nuovi membri 

L’altro dossier importante riguarda la comunicazione. Da una parte, c’è la volontà di favorire il reclutamento di membri più giovani. Il numero di membri rimane stabile, ma i decessi sono aumentati del 12% nel 2017 rispetto al 2016. D’altra parte, si vuole far sentire la voce dell’Ordine sulla scena pubblica e fare scoprire l’azione concreta dei cavalieri e delle dame sul campo.

Si stanno profilando dei cambiamenti: La Croce di Gerusalemme, la rivista annuale del Grande Magistero, edita in cinque lingue, si convertirà in uno strumento di preparazione al pellegrinaggio in Terra Santa, proiettata verso l’anno a venire, mentre una visione retrospettiva sarà trattata dal sito ufficiale www.oessh.va.

Questi temi e il ruolo dei luogotenenti (alla testa delle delegazioni nazionali dell’Ordine) saranno approfonditi in occasione dell’assemblea dei rappresentanti. L’Ordine, composto da circa 30 mila dame e cavalieri, per lo più laici, ha una sessantina di luogotenenti ripartiti in quasi quaranta Paesi del mondo. Una riflessione sul ruolo dei religiosi nell’accompagnare spiritualmente i membri laici dell’Ordine è promossa dal cardinale Edwin O’Brien, che ha fatto eco al desiderio del governatore generale, di «privilegiare l’impegno interiore, spirituale, per radicare in profondità la nostra lotta per il dialogo e la giustizia sociale in Terra Santa». 

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