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Otto secoli in Terra Santa con l’animo di san Francesco

Giuseppe Caffulli
16 ottobre 2017
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Otto secoli in Terra Santa con l’animo di san Francesco
Il 16 ottobre la chiesa di San Salvatore, a Gerusalemme, è affollata per la celebrazione con il ministro generale dei Frati minori.

Il ministro generale dei Frati minori, fra’ Michael Perry, ha concluso oggi a Gerusalemme la prima delle tre giornate di celebrazioni per gli 800 anni della presenza francescana in Terra Santa.


Si è conclusa con l’incontro tra il ministro generale dei Frati minori, fra’ Michael Perry, e i frati della Custodia di Terra Santa la prima delle tre giornate dedicate alle celebrazioni per gli 800 anni della presenza francescana in Terra Santa. Un incontro riservato ai membri dell’Ordine, che ha voluto essere un momento di forte riflessione sul senso della missione oggi in Terra Santa e nei Paesi dove la Custodia opera, in alcuni casi – come la Siria – provati da una guerra sanguinosa e dal dramma umano dei profughi e dei rifugiati (basti pensare a Giordania, Libano e Rodi).

Il pomeriggio era iniziato alle 16.00 con la cerimonia liturgica di apertura, nella chiesa di San Salvatore gremita di frati e di fedeli. Dopo il saluto iniziale di fra’ Francesco Patton, custode di Terra Santa, che ha ringraziato il ministro generale, «centoventesimo successore di san Francesco, per aver voluto essere presente in questo anniversario», fra’ Michael ha offerto una riflessione sul senso della presenza e della missione francescana. Nel corso della liturgia erano già stati letti alcuni passi della Regola bollata nei quali è bene espressa l’intuizione di Francesco d’Assisi: quella cioè di «andare per il mondo» testimoniando il Vangelo tra gli uomini camminando insieme a loro da fratelli.

«Un gesto coraggioso – ha spiegato fra’ Michael – in un momento in cui era invece la stabilità ad essere il valore principale, anche nella vita religiosa. Francesco ha voluto per lui e per i primi suoi compagni una vita itinerante, “in uscita”. Mi piace richiamare le parole di papa Francesco, che ci invita ad essere “Chiesa in uscita”. In qualche modo i Frati minori, possiamo dire, hanno anticipato questa indicazione del Papa».

È l’ascolto e la fedeltà al Vangelo il motivo fondante dell’«andare per il mondo», alla ricerca di chi ha sete della Buona Notizia. «Nella Regola non bollata, e poi nella successiva regola approvata dal Papa, Francesco ci invita ad andare tra i saraceni, cioè i non cristiani; tra tutti coloro che non conoscono il Vangelo e non hanno incontrato Cristo. Ci invita a farlo con uno stile ben preciso: senza fare liti o dispute. Annunciando il Vangelo solo quando “vedranno che piace al Signore”. Cioè quando si sono create le condizioni adatte».

La missione che Francesco consegna ai suoi figli non è un fatto individuale. Nasce dal cuore della fraternità, si nutre dello stile proprio di chi si mette al servizio «di ogni umana creatura per amore di Dio».

«Ancora oggi questo mandato ci interroga e ci interpella – ha concluso il ministro generale -. Anche oggi come ieri siamo chiamati ad andare per il mondo senza averi, poveri, da fratelli minori. Ancora oggi siamo invitati ad andare tra i non cristiani e chi non crede. Tra chi vive nelle periferie, siano quelle esistenziali, siano quelle della strada accanto. Tra i poveri e gli emarginati, fedeli alla nostra identità cristiana ma capaci di dialogare con gli uomini di ogni religione e ogni cultura».

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