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L’omicidio Hattar campanello d’allarme?

Terrasanta.net
26 settembre 2016
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L’omicidio Hattar campanello d’allarme?
La vittima dell'attentato, Nahed Hattar.

In Giordania le autorità controllano attentamente i media e Internet dopo l’omicidio dello scrittore Nahed Hattar, ucciso il 25 settembre ad Amman. Obiettivo: evitare che l'odio dilaghi.


(g.s.) – La magistratura giordana ha imposto ai media nazionali di tacere sulle indagini per l’omicidio dello scrittore Nahed Hattar (56 anni), ucciso ieri mattina, domenica 25 settembre, sui gradini del Palazzo di giustizia di Amman mentre si recava presso gli uffici giudiziari. Il bavaglio alla diffusione di informazioni – dicono le autorità – è funzionale all’ordinato svolgimento degli accertamenti in corso.

Dopo l’attentato la polizia ha arrestato sul posto il presunto omicida, che non avrebbe neppure tentato la fuga: si tratta del 49enne Riad Abdullah, subito incriminato per omicidio premeditato, reato che in Giordania è punibile con la pena di morte. A giudicarlo sarà il Tribunale per la sicurezza dello Stato.

Gli inquirenti stanno cercando di chiarire tutti gli aspetti della vicenda e il movente dell’assassino. L’uomo fermato risiede nei quartieri orientali della capitale giordana e sarebbe già noto per le sue posizioni estremiste. Potrebbe aver deciso di uccidere Hattar perché aveva rilanciato nella sua pagina Facebook una vignetta satirica contro gli islamisti dello Stato Islamico che asservirebbero Dio stesso ai loro interessi molto mondani. Proprio la pubblicazione della vignetta aveva irritato gli ambienti più conservatori e procurato a Hattar nuovi guai con la Giustizia, che lo aveva messo sotto accusa per insulto al sentimento religioso. Lo scrittore era stato arrestato a metà agosto e da due settimane fa era libero su cauzione.

L’attentatore avrebbe confessato di essersi procurato la pistola pochi giorni addietro e di aver fatto fuoco su Hattar non appena lo ha visto comparire nelle vicinanze del tribunale. Versione tutta da verificare ovviamente.

Un attentato del genere – non nuovo in nazioni asiatiche a maggioranza musulmana dove imperversano gli estremisti – è una novità per la Giordania, le cui autorità hanno tutto l’interesse a far sì che resti un caso isolato. Già oggi sono stati segnalati alla magistratura dieci cittadini che commentando l’attentato su Internet hanno assunto posizioni che fomentano l’odio. Il monitoraggio della Rete continua, promettono i responsabili della sicurezza nazionale.

Nato in una famiglia cristiana, Nahed Hattar si professava non credente. Era uno scrittore noto e non risparmiava critiche agli islamisti. Polemico con il governo giordano, secondo la stampa israeliana aborriva anche la pace raggiunta nel 1994 con lo Stato ebraico. Nel corso degli anni Novanta aveva più volte avuto a che fare con la Giustizia e nel 1998 era sfuggito a un attentato. Non poteva più scrivere per i media nazionali e quindi collaborava con organi di stampa esteri, ove esprimeva anche sostegno al movimento libanese Hezbollah e al presidente siriano Bashar al-Assad.

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