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Uno sciopero israeliano compromette il viaggio del Papa in Terra Santa?

Terrasanta.net
7 marzo 2014
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Uno sciopero israeliano compromette il viaggio del Papa in Terra Santa?
Papa Francesco e il presidente israeliano Shimon Peres in Vaticano il 30 aprile 2013. In quell'occasione il primo invito al Papa a visitare Israele (foto: gpo/Flash90)

Nella serata di ieri il giornale online israeliano The Times of Israel è uscito con una notizia secondo la quale il viaggio di Papa Francesco in Terra Santa – previsto dal 24 al 26 maggio prossimo – verrebbe cancellato a causa di uno sciopero del personale del ministero degli Esteri di Israele. La Santa Sede prende atto dei problemi, ma non considera l'annullamento del viaggio.


(Milano/m.a.b.-g.s.) – Nella serata di ieri il giornale online israeliano The Times of Israel è uscito con una notizia secondo la quale il viaggio di Papa Francesco in Terra Santa – previsto dal 24 al 26 maggio prossimo – verrebbe cancellato a causa di uno sciopero del personale del ministero degli Esteri di Israele. L’agitazione renderebbe impossibile «prendere tutte le misure necessarie per la visita di un personaggio di tale rango».

Interpellato dai giornalisti, a Roma, il direttore della sala stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, ha dichiarato che lo sciopero in corso potrebbe creare difficoltà alla preparazione della visita papale, ma per il momento tutto rimane come da programma (si badi che non è ancora stato reso pubblico alcun programma ufficiale – ndr).

Fino ad ora la Santa Sede non ha mai parlato di annullare il viaggio. Da parte sua, il nunzio apostolico in Israele, mons. Giuseppe Lazzarotto, contattato da Terrasanta.net, ha dichiarato: «Non c’è alcuna informazione» (in tal senso). Anche il diplomatico pontificio conviene che questa nuova fase dello sciopero, iniziata martedì scorso nel pieno dei preparativi del viaggio papale, che «potrebbe complicare le cose». L’arcivescovo afferma di non essere stato contattato in proposito dai funzionari del protocollo del ministero degli Esteri. Si augura, altresì, «che i preparativi possano proseguire senza intoppi».

Dopo sette mesi di vertenze contrattuali infruttuose, a inizio settimana il personale diplomatico del ministero degli Esteri israeliano ha annunciato la volontà rendere più aspre le modalità dello sciopero: il personale in agitazione non interagirà più con le rappresentanze estere, non si occuperà delle visite ufficiali, sia in patria sia all’estero, né del rilascio visti. Saranno anche sospesi i regolari servizi consolari.

 

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