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Un mondo alla rovescia

Naman Tarcha
3 marzo 2014
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Un mondo alla rovescia

Che accadrebbe se un giorno ti svegliassi e scoprissi che tutto è nelle mani delle donne, dopo una rivoluzione grazie alla quale hanno preso il potere? Per la maggior parte delle società maschiliste sarebbe un vero e proprio incubo. Questo è lo scenario immaginario proposto dal film libanese Neswen lesh la? («Donne perché no?») uscito nelle sale del Paese dei cedri nei giorni scorsi.


Una rivoluzione femminile: una delle poche, se non l’unica rivoluzione riuscita nel mondo arabo (anche se frutto di pura fantasia) è arrivata nei cinema.

Cosa succederebbe se un giorno ti svegliassi e scoprissi che tutto è cambiato? Che adesso il tuo paese è totalmente nelle mani delle donne, dopo una rivoluzione grazie alla quale hanno preso il potere. Per qualcuno potrebbe anche essere un sogno, ma per la maggior parte delle società maschiliste sarebbe un vero e proprio incubo.

Questo è lo scenario immaginario proposto dal film libanese Neswen lesh la? («Donne perché no?») uscito nelle sale del Paese dei cedri nei giorni scorsi. Una commedia tutta al femminile scritta e diretta da due uomini: la sceneggiatura è firmata da Youssef Sleiman mentre la regia è di Sam Andraos; tra le interpreti una lunga lista di importanti attrici libanesi, Zeina Makki, Lara Rain, Nada Abou Farhat, Antoinette Akiki, Lilianne Nemri, Cynthia Karam, Bonita Saadeh.

Il film capovolge completamente la situazione femminile che esiste in diversi paesi arabi, e racconta la storia di Saber un giovane macellaio, macho, violento e maschilista, interpretato dall’attore promessa Elias Zayek, che viene condannato a tre anni di detenzione per violenza e tentato omicidio. La sorpresa arriva dopo: scontata la pena, uscendo dalla prigione, scopre che c’è stata una rivoluzione femminile contro il potere dei maschi, e che ora vige un sistema sociale nuovo, dove gli uomini sono ridotti ad essere cittadini di serie B, soggetti a limitazioni e discriminazioni, le stesse che in passato erano imposte alle donne.

Le cose sono cambiate molto: nelle famiglie la moglie agisce da padrona, trascura il partner, mentre il marito è lo schiavo casalingo dietro ai fornelli e dedito alle pulizie. Tra le gag e la e comicità della contraddizione, troviamo tanti cliché al contrario: maschi collaboratori domestici, donne tassiste maleducate, uomini costretti a imparare a ballare la danza classica, businesswomen che molestano i maschi per strada, Ma c’è anche il paradosso del capo dei servizi segreti donna che sta cercando di arrestare un gruppo terroristico che lavora in segreto e lotta per i diritti e la parità dei maschi.

Inizia così il calvario del protagonista che tenta di adattarsi alla nuova realtà da una parte, e a lottare e cercare di cambiare questa situazione dall’altra.

Il mondo arabo non vanta una buona reputazione per i diritti delle donne, e il film prodotto da Jaroudy Media, è coraggioso nel trattare un argomento così attuale, molto delicato, e spesso ignorato, in un momento storico di cambiamenti che sta attraversando il mondo arabo, caratterizzato purtroppo da violenza, discriminazione e femminicidio. La vera novità è che non lo fa in modo retorico ma attraverso una commedia nera.

Infatti non è solo un film per ridere: non a caso troviamo diversi temi scottanti delle società arabe, oltre al rispetto e alle pari opportunità, come ad esempio il diritto per le donne di concedere la cittadinanza ai propri figli, negato in tutti paesi arabi.

Provare a calarsi nei panni di chi soffre e subisce violenze e discriminazione, anche attraverso una commedia, potrebbe essere un messaggio forte, e un primo passo verso la soluzione di una questione che colpisce l’intera società. Perché no?

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