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Israele, verso la riforma del Gran Rabbinato

Terrasanta.net
24 novembre 2013
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Israele, verso la riforma del Gran Rabbinato
Il presidente israeliano Shimon Peres (al centro) con il rabbino capo sefardita Yitzhak Yosef (sin.) e l'ashkenazita David Baruch Lau nel corso di una cerimonia al palazzo presidenziale. (foto: Yonatan Sindel/Flash90)

Il governo israeliano ha deciso di avallare una proposta di legge presentata da alcuni parlamentari e volta a riformare il Gran Rabbinato facendo sì che vi sia un solo rabbino capo di Israele, anziché due. Siamo solo agli inizi dell'iter parlamentare: se la riforma verrà approvata, produrrà i suoi effetti nel 2023.


(Milano/e.p.) – Il governo israeliano ha deciso di avallare una proposta di legge presentata da alcuni parlamentari e volta a riformare il Gran Rabbinato facendo sì che vi sia un solo rabbino capo di Israele.

Uno dei parlamentari che hanno firmato la proposta di legge, Dov Lipman, spiega che non c’è alcun bisogno di due rabbini capo – uno sefardita e uno askenazita – come avviene oggi.

«Tutti i rabbini oggi conoscono ormai la normativa giudaica di entrambe le tradizioni, la sefardita e l’ashkenazita. Anche perché sono moltissime le coppie di sposi nelle quali i coniugi appartengono all’una e all’altra tradizione», ha spiegato Lipman al giornale The Times of Israel, aggiungendo che la proposta presentata è un «passo molto importante nel processo di ricomposizione delle polarizzazioni presenti nel popolo ebraico».

Nel frattempo, un analogo disegno di legge governativo è stato presentato dal ministro della Giustizia, Tzipi Livni, e dal ministro per i Servizi religiosi, Naftali Bennet.

«Israele ha un solo primo ministro, un capo dello Stato, un presidente della Corte Suprema, un unico capo di stato maggiore. È giunta l’ora che vi sia anche un solo rabbino capo per un unico popolo», ha detto la Livni in una dichiarazione comune con il collega Bennet, diffusa alcuni giorni fa. «Anziché preservare una separazione etnica formale ed anacronistica» in materie religiose, «è il momento che lo Stato di Israele abbia un solo rabbino capo che unifichi i differenti percorsi della società israeliana».

«La nomina di un unico rabbino capo di Israele – ha osservato il ministro Bennet – è una di quelle questioni davanti alle quali sorge spontanea la domanda: perché non è ancora stato fatto?».

In base alle nuove proposte di legge, a un leader religioso diverso competerebbe la presidenza dei tribunali rabbinici, che fanno capo al Consiglio del Gran Rabbinato.

Il Gran Rabbinato ha competenza e giurisdizione su molti aspetti della vita degli ebrei israeliani, incluse le questioni relative al diritto di famiglia, come il matrimonio e il divorzio, o le norme sulla sepoltura, le conversioni al giudaismo, e la supervisione dei luoghi santi ebraici.

Il mandato di rabbino capo in Israele dura dieci anni. Attualmente sono in carica il rabbino capo sefardita Yitzhak Yosef e quello ashkenazita David Lau, entrambi eletti nel corso del 2013. Se la riforma del Gran Rabbinato entrerà in vigore produrrà quindi i suoi effetti nel 2023.

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