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Richiedenti asilo, la porta stretta di Israele

Terrasanta.net
16 ottobre 2013
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Richiedenti asilo, la porta stretta di Israele
Africani in coda per il cibo a Tel Aviv (dicembre 2012, foto: Tomer Neuberg/Flash 90)

Nel 2013, solo a 4 su 2.593 richiedenti asilo è stato accordato da Israele lo status di rifugiato politico. Dal 2009 ad oggi un tale status è stato riconosciuto solo a 26 persone sulle 17.194 che lo avevano richiesto. Va meglio sul fronte dell’accoglienza umanitaria: a partire dal 2009 Israele ha accolto 540 delle 1.133 richieste avanzate.


(Milano/c.g.) – Solo a 4 su 2.593 richiedenti asilo è stato accordato, nel 2013, da Israele lo status di rifugiato politico. Lo 0,15 per cento del totale. Secondo il quotidiano israeliano Jerusalem Post, i dati sull’asilo in Israele sono stati comunicati ieri (nel corso di un incontro della Commissione parlamentare per i lavoratori stranieri), dall’Autorità israeliana per la popolazione, l’immigrazione e i confini. Le quattro persone accolte nel 2013 sono un uomo del Sudan, uno del Rwanda, e altri due individui (maschio e femmina) provenienti da un Paese «non meglio identificato».

Israele si dimostra più restio di molti altri Paesi industrializzati nella concessione dell’asilo politico. In Italia, ad esempio, nel 2011 (ultimo dato disponibile) è stato accolto l’8,02 per cento delle pratiche di richiesta d’asilo esaminate. Percentuale che, pur essendo bassa, non è paragonabile allo 0,15 per cento israeliano.  Questa chiusura alla concessione dell’asilo non è una novità della politica israeliana: dal 2009 ad oggi, infatti, lo status di rifugiato è stato concesso solo a 26 persone sulle 17.194 che lo avevano richiesto, esattamente la percentuale dello 0,15 per cento confermata nel 2013. Per quanto riguarda, invece, l’accoglienza umanitaria Israele ha dimostrato una maggiore apertura, accogliendo dal 2009, 540 delle 1.133 richieste avanzate da migranti, il 47,6 per cento del totale.

Nel corso della stessa riunione parlamentare, ieri si è parlato anche della spinosa questione della Legge sui clandestini. Un testo approvato dal parlamento israeliano nel gennaio del 2012 che però, lo scorso settembre, la Corte Suprema israeliana ha ribaltato. In particolare, i giudici hanno contestato la norma che permette a Israele di trattenere gli immigrati in centri di detenzione, attuando nei loro confronti una «detenzione amministrativa». Un fermo che può durare fino a tre anni, nonostante gli stessi immigrati abbiano depositato una richiesta di asilo.

A settembre la Corte ha sentenziato che questo tipo di detenzione lede la dignità e la libertà umana; per questo ha concesso 90 giorni a Israele per valutare, caso per caso, la situazione degli immigrati fino ad oggi arrestati, rilasciando tutti coloro che sarà necessario rilasciare. Secondo l’Associazione per i diritti umani in Israele (Acri, un’ong israeliana), a settembre erano almeno 2 mila gli immigrati detenuti in Israele in base alla Legge sui clandestini.

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