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Maria di Magdala, Apostola degli apostoli

Edoardo Arborio Mella
3 luglio 2013
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Maria di Magdala, Apostola degli apostoli
Correggio, Noli me tangere (dettaglio), Madrid, Museo del Prado.

I Vangeli presentano la Maddalena come una discepola di Gesù e riportano la sua presenza al Calvario. Infine è tra le donne che per prime accolgono e diffondono la notizia della risurrezione Una figura attorno alla quale sono nate leggende.


La località di Magdala, in corso di scavo da parte degli archeologi della Custodia di Terra Santa, è destinata a diventare una delle perle archeologiche della Galilea. Situata sul lago fra Tiberiade e Cafarnao, ai piedi di una montagna dal profilo inconfondibile, il suo nome in ebraico è Migdàl, cioè «torre»: forse una torre di difesa attorno a cui si sviluppò il villaggio. Per i lettori dei Vangeli è la patria di una discepola di Gesù, una delle Marie, nota anche come Maddalena.

Ma chi era davvero Maria di Magdala? In Luca 8,2 e Marco 16,9 si dice di lei che seguiva Gesù e che era stata liberata da sette demoni (non si dice di che tipo); in Matteo 27,55 e 61 e in Marco 15,40-41 è sotto la croce e assiste alla sepoltura. Sotto la croce è anche in Giovanni 19,25. In Matteo 28,1-10 e paralleli è fra le donne che trovano il sepolcro vuoto. Infine in Giovanni 20,1-18, lei piangente al sepolcro, è chiamata per nome da Cristo risorto.

Fin dall’età patristica tuttavia alcuni sottili accostamenti hanno permesso di ampliare questa biografia. I sette demoni hanno fatto pensare a una vita di peccato, e quindi all’anonima peccatrice che in Luca 7,36-50 profuma i piedi di Gesù e a cui «sono perdonati i molti peccati perché ha molto amato». Vi è poi l’episodio di Marta e Maria in Luca 10,38-42, e la menzione delle due sorelle assieme a Lazzaro a Betania in Giovanni 11 e 12,1-4 ove Maria compie il gesto ora citato della peccatrice. Da tutto ciò Gregorio Magno nelle omelie sui Vangeli 25 e 33 conclude che Maria di Magdala era la peccatrice convertita, sorella di Marta e di Lazzaro e vivente a Betania. Per lo più l’Occidente latino aderì a questa identificazione. L’Oriente non vi giunse mai, e si tenne con tutta ragionevolezza all’idea che Maria di Magdala, la peccatrice e Maria sorella di Marta fossero tre donne distinte. La prima di esse, essendo colei che porta agli apostoli l’annunzio della resurrezione, ha il titolo di «apostola degli apostoli». Invece l’esegesi gregoriana stimolò la fantasia dell’Occidente dando luogo a fortunate leggende.

Maria dunque, per espiare i suoi peccati, dopo la risurrezione di Gesù si ritirò a rigorosissima vita ascetica nel deserto senza cibo né bevanda, coperta soltanto dei propri lunghi capelli. Sono elementi ispirati alla leggenda di un’altra Maria, Maria Egiziaca, una donna egiziana vivente nel vizio che, venuta a Gerusalemme per divertirsi, entrando nella chiesa del Santo Sepolcro fu presa da compunzione e visse il resto della vita come penitente nel deserto finché, dopo essere stata scoperta da un monaco e averne ricevuto la Comunione, fu trovata morta vegliata da un leone. Così visse la Maddalena per trent’anni, dice una fonte del sec. IX. Nel sec. XIII ad opera di Jacopo da Varazze la Maddalena, con Marta e Lazzaro, divenne figlia di re e condusse una vita di peccato nel castello di Magdala.

La Maddalena della tradizione più antica sarebbe morta a Efeso, ove a partire dai secoli V-VI fu localizzata la sua tomba; nei secoli IX-X le presunte reliquie del suo corpo furono traslate a Costantinopoli. Ma poco dopo l’Occidente (precisamente la Francia) si appropriò del corpo della santa, senza peraltro rapirlo a Costantinopoli: apparve infatti tutto un fiorire di storie secondo cui gli infedeli avrebbero messo Maria, assieme a Marta, Lazzaro e altri, in una barca senza remi né vela che miracolosamente giunse presso Marsiglia. Maria predicò il Vangelo ai marsigliesi, poi si ritirò in una grotta della servaggia montagna della Sainte-Baume ove condusse i suoi trent’anni di penitenza finché fu scoperta da un monaco da cui ricevette la Comunione, e morì. Secoli dopo il suo corpo fu piamente (e furtivamente) portato nell’abbazia di Vézelay in Borgogna. Lo scopo di questo romanzo nel romanzo era appunto di dare un fondamento all’asserita presenza del corpo della santa a Vézelay. Ma la fantasia divenne verità, al punto che nel sec. XIV i religiosi a servizio della chiesa della Sainte-Baume dichiararono che il vero corpo di Maria era presso di loro, mentre quello di Vézelay era di un altro santo, trafugato per sbaglio. I pellegrinaggi a Vézelay cominciarono a declinare, nacque una nuova devozione alla Sainte-Baume.

Là i pellegrini affluiscono tuttora, cogliendo l’occasione per entrare una volta di più nel misterioso e necessario legame fra ricerca e conversione, fra passione d’amore e sofferenza.

In Terra Santa Maria di Magdala è ricordata in due luoghi, uno latino e l’altro armeno, entro la chiesa del Santo Sepolcro; nel monastero ortodosso a lei intitolato ai piedi del Monte degli ulivi e presso la tomba di Lazzaro a Betania.

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