Storie, attualità e archeologia dal Medio Oriente e dal mondo della Bibbia

Ma il terzo giorno…

fra Alberto Joan Pari ofm, Jaffa
24 gennaio 2013
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Ma il terzo giorno…
Pietro Perugino, Risurrezione di Cristo (dettaglio), Pinacoteca Vaticana

Nella vicenda terrena di Gesù, e perfino nel mistero della Risurrezione, torna con insistenza il numero tre.


Forse non tutti sanno quanto sia interessante e curioso che nella cultura ebraica le parole e i numeri siano legati da un misterioso significato, ogni lettera dell’alfabeto corrisponde a un numero, così ogni parola formata dalle diverse lettere ha anche un valore numerico, ottenuto dalla somma delle singole lettere. Per esempio la parola «vita» in ebraico è khai, composta da due lettere che valgono rispettivamente 8 e 10, quindi la loro somma: 18 è un numero importante e considerato di buon augurio.

Una riflessione sui numeri mi è parsa coerente con la fine dell’anno appena trascorso che è stato caratterizzato, a volte in modo esagerato, dalla preoccupazione per i numeri e le date, alla ricerca della conoscenza esatta del giorno della fine del mondo; numeri e combinazioni di cifre su cui molti si sono scervellati.

In particolare vorrei soffermarmi su un particolare numero che mi ha incuriosito a proposito dell’esperienza terrena di Gesù nei suoi ultimi giorni di vita e così anche nel grande mistero della sua Risurrezione.

Si tratta del numero tre, che ultimamente è stato per me occasione di meditazione per le tante volte in cui ricorre come un ritornello nel periodo che precede la Pasqua e nella vita e nella Passione di Gesù. Vorrei così condividere con voi alcuni pensieri per lasciarvi poi i miei auguri pasquali.

Tutti sappiamo che dopo tre giorni Cristo è risorto, come era stato predetto dai profeti e l’esempio più chiaro nell’Antico Testamento è quello del profeta Giona, che rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce che lo aveva inghiottito per comando di Dio e poi «rigettato all’asciutto» (Giona 2,1.11). Durante la sua vita Gesù usò altre immagini per descrivere se stesso, oltre a quella di Giona, ne segnalo alcune che compaiono nei Vangeli: il pane (vivo disceso dal cielo), la sorgente (di acqua viva), la luce (che splende nelle tenebre), la via, la verità e la vita. Proprio Lui che è il pane della vita ha iniziato la sua missione con un lungo digiuno e dopo quaranta giorni «ebbe fame». Lui che è la sorgente della vita, sulla croce ebbe sete. Lui che è la luce, «si spense» … e «si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio». Che interessanti simboli antitetici.

Ed ecco le tre parole che hanno attirato la mia attenzione negli ultimi giorni: via, verità e vita.

Sant’Agostino mi ha dato l’ispirazione per cercare queste corrispondenze; è proprio lui che riflette sull’immagine di Gesù come «via», la strada, il sentiero per arrivare al Padre, e si chiede come può una «via» cadere? Come può inciampare? Eppure Gesù è caduto tre volte sulla via del calvario, è caduto per noi, per dirci che non dobbiamo meravigliarci quando «cadiamo», ma come ha fatto Lui, dobbiamo rialzarci con coraggio.

Lui che è verità, che la contiene tutta e ce l’ha partecipata, è stato tradito tre volte da tre rinnegamenti del primo papa. Tuttavia dopo essere risorto darà a Pietro l’occasione per affermare il suo amore per il maestro tre volte: «Mi ami tu?» (Gv 21, 15-17). Che esempio perfetto di umiltà e perdono!

Ed infine, Lui che è la vita, è stato crocifisso inchiodato con tre chiodi al legno della croce. Sul calvario a decretare la fine della «vita» sono in tre i condannati. Ma poteva finire tutto così? Certamente no, anche se spesso noi uomini ci fermiamo qui: al calvario, alla croce e al sepolcro. La Pasqua è la festa delle feste, è la celebrazione dell’incredibile… Pietro, Giacomo e Giovanni, scendendo dal Tabor (erano anche loro in tre) si chiedono «cosa volesse dire risuscitare dai morti» (Mc 9,10). Anche noi ce lo chiediamo, ma la fede ci viene in aiuto superando i nostri pensieri limitati: «è risorto, non è qui!»

Allora, quando ci assaliranno gli eventi che sconfortano e fanno smarrire la strada, ricordiamoci che Lui è la via. Quando avremo solo dubbi ed incertezze, aggrappiamoci alla Verità che salva e, quando saremo di fronte alle tante situazioni di morte che ci circondano, non fermiamoci lì, ma pensiamo alla Vita che è il premio che ci attende con la Risurrezione!

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