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Insediamenti, qualcuno da destra prova a forzare la mano

Giuseppe Caffulli
28 novembre 2011
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Insediamenti, qualcuno da destra prova a forzare la mano
Un insediamento israeliano nei Territori Palestinesi alle porte di Betlemme, poco a sud di Gerusalemme. (foto G. Caffulli)

Una proposta di legge avanzata al parlamento israeliano dai deputati Yaakov Katz e Anastassia Michaeli, vorrebbe assicurare ogni anno l’espansione delle colonie in Cisgiordania in virtù della «crescita naturale» della popolazione, senza bisogno di particolari permessi. Oggi come oggi serve l'autorizzazione del ministero della Difesa israeliano.


(Milano) – Alfei Menashe, Ariel, Beit Aryeh, Beitar Ilit, Efrata, Karnei Shomron, Kiryat Arba, Maale Adumim, Modiin Ilit e Oranit. Nomi che ai più dicono poco, ma che nella realtà israelo-palestinese raccontano una storia di conflitto che rischia di inasprirsi – se possibile – ancora di più. Sono infatti i toponimi di alcuni dei più grandi insediamenti israeliani nei Territori palestinesi, vere e proprie città – come nel caso di Maale Adumin – o centri in piena espansione, nonostante più volte la diplomazia internazionale ne abbia invocato il congelamento.

Ora, secondo una proposta di legge avanzata alla Knesset, il parlamento israeliano, dai deputati Yaakov Katz e Anastassia Michaeli, si vorrebbe assicurare ogni anno l’espansione delle colonie in Cisgiordania in virtù della «crescita naturale» della popolazione.

Ora, per poter edificare all’interno degli insediamenti, serve il permesso del ministero della Difesa israeliano, chiamato a garantire la sicurezza delle colonie nei Territori occupati palestinesi. Il disegno di legge, se venisse approvato, offrirebbe invece alle comunità di coloni la possibilità di espandersi in base alla crescita fisiologia della popolazione, senza dipendere dal via libera del ministero.

I firmatari della proposta appartengono entrambi a due formazioni di destra. Yaakov Katz è il leader del partito di estrema destra Unione nazionale – che non fa parte del governo -, ferocemente contrario all’idea di uno Stato palestinese. La Michaeli è invece esponente del partito di governo Yisrael Beitenu, di cui è leader il ministro degli Esteri Avigdor Lieberman. La deputata è già salita agli onori delle cronache locali per la sua proposta di impedire la chiamata pubblica alla preghiera da parte dei muezzin dall’alto dei minareti.

Difficile dire ora quale sarà l’iter della proposta avanzata da Katz e Michaeli. E quanto il governo di Benjamin Netanhyau sarà disposto a sostenerla. In ogni caso il disegno di legge qualche imbarazzo lo sta comunque creando all’interno dalla maggioranza, prima di tutto perché è difficilmente sostenibile in sede internazionale. In secondo luogo perché vi si legge la volontà dell’estrema destra di mettere in difficoltà l’esecutivo e di conquistare ulteriori consensi tra le frange intransigenti dell’ebraismo ortodosso.

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