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Un compito per i palestinesi: ridurre la dipendenza dagli aiuti

Terrasanta.net
5 giugno 2011
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Un compito per i palestinesi: ridurre la dipendenza dagli aiuti
Un'affollata via di Ramallah, città della Cisgiordania poco a nord di Gerusalemme.

I Territori Palestinesi beneficiano di uno dei più alti livelli d’aiuti al mondo, per un ammontare di poco meno della metà della loro economia. Usa e Ue i maggiori finanziatori. Ma la crescita drogata dagli aiuti risulta insostenibile e l'Autorità Palestinese è chiamata ad aumentare le proprie entrate e incentivare l'iniziativa privata.


(Milano/e.p.) – I Territori Palestinesi beneficiano di uno dei più alti livelli d’aiuti al mondo, per un ammontare di poco meno della metà della loro economia. Molta parte degli aiuti va a sostegno delle finanze pubbliche dell’Autorità Nazionale Palestinese (Anp).

Se ciò è servito a sostenere l’economia, la Banca Mondiale e altri osservatori segnalano che ha però anche reso i Territori Palestinesi dipendenti dagli aiuti esteri e reso la loro crescita economica insostenibile. L’Anp sta perciò cercando di ridurre la propria dipendenza dall’aiuto esterno.

Secondo l’Organizzazione per lo sviluppo e la cooperazione economica (Ocse), gli aiuti sono aumentati di quasi il 500 per cento nell’ultimo decennio, superando i 3 miliardi di dollari nel 2009. Questa assistenza esterna è tanto più significativa se comparata alle dimensioni dell’economia palestinese. Con un prodotto nazionale lordo di 6,2 miliardi di dollari nel 2009, gli aiuti hanno rappresentato in effetti poco meno della metà dell’economia. Gran parte dei fondi proviene da Stati Uniti e Unione Europea, ma ci sono anche altri 40 donatori più piccoli, e 2.100 organizzazioni non governative palestinesi che hanno ricevuto circa 250 milioni di fondi nel 2008, quasi il 10 per cento degli aiuti complessivi.

Una proporzione notevole dell’assistenza finanziaria è destinata al sostegno della spesa pubblica (per una quota pari al 38 per cento nel 2010) invece che a progetti di sviluppo (l’aiuto allo sviluppo è rimasto generalmente invariato dal 2005). Tuttavia, nonostante le ingenti somme ricevute, il governo dell’Anp ha dovuto ricorrere al prestito per alimentare la spesa (alla fine del 2010 il debito pubblico ha raggiunto 1,8 miliardi di dollari).

Come numerosi altri leader di Paesi in via di sviluppo, il primo ministro palestinese Salam Fayyad ha dichiarato che la riduzione della dipendenza dagli aiuti esteri è una priorità per l’Anp. Uno degli strumenti per centrare l’obbiettivo è l’aumento della tassazione: le entrate dovrebbero quasi raddoppiare entro il 2013

Un’altra strategia dell’Anp è incentivare lo sviluppo del settore privato e la sua collaborazione con il pubblico. Anche i donatori si stanno orientando maggiormente sull’incentivo all’iniziativa privata, tramite garanzie sui prestiti, attività di formazione all’imprenditoria, introduzione di quote e detassazione delle esportazioni verso l’Unione Europea (nel quadro di un nuovo accordo commerciale tra Ue e Anp).

Secondo Portland Trust, un’organizzazione no profit che cerca di promuovere la pace tra israeliani e palestinesi attraverso lo sviluppo economico, non è certo che l’Autorità Palestinese riesca a mettere in atto i suoi intenti. E i frutti del settore privato richiederanno tempo prima di maturare. «Per questa ragione – osserva l’organismo – l’ammontare complessivo degli aiuti non può che essere ridotto gradualmente e si ritiene che sarà ancora di 1,59 miliardi nel 2013».

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