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Nicosia è pronta. Benedetto XVI sarà qui tra poche ore

Giampiero Sandionigi, inviato
4 giugno 2010
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Nicosia è pronta. Benedetto XVI sarà qui tra poche ore
La parrocchia della Santa Croce, a Nicosia, vigilata dai Caschi blu dell'Onu e ormai inavvicinabile.

La lunga vigilia è finita e ormai il Papa si appresta a partire per Cipro. Col passare dei giorni i ciprioti si sono resi conto di quanto davvero l’occasione sia unica. Centinaia i giornalisti di ogni parte del mondo che si sono accreditati per seguire la visita papale. Rafforzate le misure di sicurezza intorno alla nunziatura.


(Nicosia) – La lunga vigilia è finita e il Papa si appresta a partire per Cipro. Gli abitanti dell’isola nei giorni scorsi hanno via via preso coscienza dell’importanza dell’evento. Hanno visto l’alto clero ortodosso discutere pubblicamente e anche dividersi. La stampa e le tivù locali hanno dato spazio alle posizioni degli entusiasti e degli scettici, di chi accoglierà Benedetto XVI con spirito di convinta fraternità e di chi pensa che con Roma ci sia distanze ancora incolmabili. Il ciprioti sono un popolo dal carattere mediterraneo e a tratti sanguigno: molto è stato detto e scritto, incluse espressioni ruvide e spiacevoli che altrove, probabilmente, non avrebbero fatto capolino nel dibattito pubblico.

Ma ora ci siamo. Col passare dei giorni ci si è resi conto di quanto davvero l’occasione sia unica anche per Cipro che non riceva poi tanto spesso l’attenzione dei media internazionali. Giorni fa i giornalisti che si sono accreditati per seguire la visita papale erano 500, ma ieri, quando la sala stampa ha aperto i battenti per la prima volta, ancora altri colleghi si presentavano per richiedere la Press Card. Un sacerdote ortodosso cipriota l’altro giorno mi diceva: ci stiamo rendendo conto che neppure negli anni della guerra civile (i decenni Sessanta e Settanta del secolo scorso) abbiamo avuto a Cipro tanti giornalisti.

Davanti a tanta attenzione, le autorità politiche e religiose di Cipro non mancheranno di menzionare, nei loro discorsi pubblici, i problemi della loro isola, anzi «il» problema: l’occupazione militare turca del nord dell’isola. Qui tutti vanno ripetendo che è impossibile portare a compimento la riconciliazione nazionale tra la minoranza turca e la greco-ortodossa se l’esercito turco non accetta di ritirarsi. E finora non sembra disposto a farlo, checché ne pensi lo stesso governo di Ankara.

E a proposito di Turchia, il Papa non potrà che esprimere il dolore di tutti per un’assenza: quella del vicario apostolico dell’Anatolia, mons. Luigi Padovese, atteso qui con gli altri vescovi cattolici del Medio Oriente, per ricevere ufficialmente dal Benedetto XVI, nella Messa di domenica mattina, l’Instrumentum laboris dell’assemblea speciale del Sinodo dei vescovi in calendario dal 10 al 24 ottobre prossimo. Così come non mancherà di imporsi all’attenzione l’ultimissima crisi, ancora una volta legata a Gaza, del conflitto israelo-palestinese.

Intanto lungo i tragitti che il corteo papale percorrerà a Pafos e Nicosia, le municipalità hanno fatto comparire bandierine cipriote e vaticane non troppo appariscenti. La polizia non esclude manifestazioni di protesta di gruppi ortodossi contrari alla visita, ma ha fatto capire che non saranno tollerate in presenza del Papa. Le stringenti misure di sicurezza sono ormai in vigore: da ieri sera solo chi è in possesso di un apposito pemesso può la parrocchia latina della Santa Croce e il convento francescano che ospita la nunziatura apostolica in cui il Papa soggiornerà. Tutti gli altri non possono nemmeno più avvicinarsi tanto da poter vedere la zona, presidiata all’interno dai Caschi blu dell’Onu (essendo l’area amministrata dalle Nazioni Unite) e all’esterno dalla polizia della Repubblica di Cipro. Non è dato sapere quali siano le misure adottate sull’altro versante, là dove il muro di cinta del convento confina con le vie e i quartieri di Nicosia controllati dall’esercito turco.

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