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Cartolina da Gerico. La scrive il parroco latino della città.

Vivere la Pasqua nella città di Zaccheo

padre Feras Mejazin ofm
7 aprile 2010
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Vivere la Pasqua nella città di Zaccheo
Fra Feras Hejazin, frate minore della Custodia di Terra Santa. (foto L. Senigalliesi)

In arabo l’augurio di Pasqua suona così: Al-Masihu qam haqqan qam! È questo augurio che volentieri la comunità di Gerico rivolge a tutti i lettori. Come parroco latino mi piace ricordare che proprio da Gerico viene lanciato il messaggio di conversione con cui inizia il tempo di Quaresima che porta alla Pasqua a Gerusalemme.

A Gerico ci sono moltissime tracce del passaggio di Gesù: qui incontra Zaccheo e lo invita ascendere dal sicomoro; la casa stessa di Zaccheo, dove Gesù andò a mangiare con lui, è venerata e si trova in un terreno di proprietà dei copti ortodossi. A pochi chilometri da Gerico, sul fiume Giordano, al confine con la Giordania, si trova uno dei luoghi venerati come il sito del battesimo di Gesù. I cristiani di qui, l’ultimo giovedì di ottobre, vi si recano in pellegrinaggio con un permesso speciale del governo israeliano, essendo quel territorio interdetto, il resto dell’anno, per motivi militari.

Quest’anno la Chiesa cattolica celebra la Pasqua lo stesso giorno della Chiesa ortodossa. Le pietre vive della Chiesa vivono la Quaresima a Gerico con una partecipazione intensa. Il gruppo dei nostri scout anima la processione della domenica delle Palme a Gerusalemme, sfruttando la possibilità di uscire dalla città grazie a un permesso di due settimane accordato dall’autorità israeliana. Poi ci scambiamo gli auguri con i fratelli ortodossi, con le autorità civili. Anche i musulmani ci presentano gli auguri per la Pasqua come noi li presentiamo a loro in occasione delle feste islamiche.

(L’autore è parroco del Buon Pastore, la parrocchia latina di Gerico)

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