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Una mostra itinerante sui mosaici della Cupola della Roccia

20/07/2009  |  Gerusalemme
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Una mostra itinerante sui mosaici della Cupola della Roccia
Dettaglio di uno dei dieci pannelli della mostra sui mosaci della Cupola della Roccia.

Gerusalemme è stata dichiarata Capitale della cultura araba per il 2009. Nel quadro di questa iniziativa si svolgono varie manifestazioni, praticamente tutte fuori i confini della città. Tra le più recenti vi è una mostra dedicata ai mosaici della Cupola della Roccia realizzati in periodo omayyade. Risalente al 691, il più antico monumento musulmano giunto ai nostri giorni è impreziosito da mosaici che ricoprono 1.200 metri quadrati. La mostra, intitolata I mosaici della Cupola della Roccia visti da vicino, permette al pubblico di osservare le riproduzioni fedeli di 15 metri quadrati dell'ampia superficie mosaicale.


(g.s.) – Gerusalemme è stata dichiarata Capitale della cultura araba per il 2009. Nel quadro di questa iniziativa si svolgono varie manifestazioni, praticamente tutte fuori i confini della città.

Tra le più recenti vi è una mostra dedicata ai mosaici della Cupola della Roccia realizzati in periodo omayyade (la dinastia degli Omayyadi, che prese il nome dal casato dei Banu Umayyah, regnò da Damasco tra il 661 e il 750, quando fu spazzata via dalla dinastia degli Abbasidi). L’aurea Cupola della Roccia, che è  il più antico monumento musulmano giunto ai giorni nostri, risale al 691 ed è impreziosita da mosaici che ne ricoprono 1.200 metri quadrati e le cui decorazioni riproducono motivi romano-bizantini e iraniani, oltre che versetti del Corano.

La mostra intitolata I mosaici della Cupola della Roccia visti da vicino permette al pubblico di osservare le riproduzioni fedeli di 15 metri quadrati dell’ampia superficie mosaicata. I dieci pannelli esposti alla curiosità dei visitatori sono stati realizzati in scala 1:1 con le stesse tecniche e gli stessi materiali impiegati per gli originali: oro e smalti (fatti arrivare da Venezia e Spilimbergo, in provincia di Pordenone). Alla loro realizzazione hanno lavorato 13 esperti mosaicisti europei (4) e palestinesi del Mosaic Centre di Gerico, la cui opera consente al pubblico di apprezzare mosaici che per la loro collocazione originale nelle parti più alte della cupola normalmente si sottraggono agli sguardi dei visitatori.

La realizzazione della mostra è stata possibile grazie a un finanziamento di 50 mila euro versati dall’Unione Europea come contributo alle iniziative per Gerusalemme capitale della cultura araba. Celebrando Al-Quds (Gerusalemme) in questo 2009, arabi e palestinesi intendono anche sottolineare che la città santa resta parte integrante dei Territori occupati da Israele nel 1967. Nel ribadire il significato culturale e religioso che essi attribuiscono alla città intendono inoltre riaffermare la volontà che Gerusalemme Est sia capitale del futuro Stato palestinese. Proprio per questa ragione le autorità israeliane boicottano l’iniziativa.

Dopo essere stata esposta a Ramallah, la mostra sui mosaici della Cupola della Roccia si può ora visitare a Nablus (dal 16 luglio all’8 agosto, presso il Centro commerciale), grazie alla collaborazione fra la municipalità locale e il Ministero palestinese per il turismo e le antichità. Successivamente sarà trasferita a Betlemme, dove rimarrà aperta dal 12 al 25 agosto.

Il Mosaic Centre a cui si deve la mostra è oggi una branca del Comitato per la promozione turistica del Governatorato di Gerico. È stato fondato nel 2000 – sotto la supervisione scientifica del compianto fra Michele Piccirillo, docente dello Studium Biblicum Franciscanum – con l’intento di addestrare un gruppo di studenti alla produzione, restauro e conservazione di mosaici. Oggi il Centro di Gerico non è solo un laboratorio artigianale per la produzione e commercializzazione di mosaici di fattura palestinese, ma anche un’agenzia di formazione che intende accrescere tra la popolazione palestinese la consapevolezza del proprio patrimonio culturale e la cooperazione delle comunità locali alla sua tutela e salvaguardia. Le tecniche e i materiali utilizzati dagli esperti di Gerico sono gli stessi d’epoca romana. Le tessere vengono tagliate a mano una per una e ricavate da pietre di diverso colore reperite localmente.

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